I veri potenti brindano sottoterra. Nel mitreo…

28 Set 2012 20:33 - di

Il potere vero ormai non punta più sull’esibizionismo. Le feste scollacciate, i toga-party a bordo piscina, con duemila invitati e alcol a fiumi sono ormai roba stile Cetto La Qualunque. Il potere vero cerca la location esclusiva, meglio ancora se proibita. È avvenuto il 12 settembre quando, in occasione del compleanno della supermanager della Triumph Maria Criscuolo, è stato aperto ad un pubblico selezionatissimo il mitreo di Caracalla a Roma. Un luogo mai ancora visitato, lo sarà a novembre per i comuni mortali. Gli invitati erano molti di meno di quelli della festa incriminata di Carlo de Romanis, duemila, e non c’erano maschere di porci né la Criscuolo si è mascherata da ancella. Però un centinaio di persone ha avuto accesso nei sotterranei per visitare il mitreo (a gruppi di dieci-venti persone) e la serata d’eccezione ha avuto fine con un sobrio brindisi: champagne per tutti. Qui non era il numero degli invitati a fare la differenza, ma la qualità: da Elsa Monti, moglie del premier, ai ministri Giulio Terzi e Filippo Patroni Griffi e poi un’altra Elsa, che di cognome fa Fornero e di professione la ministra del Lavoro. E ancora Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, Luigi Abete e l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti. Parterre di tutto rispetto, cui la soprintendenza ha dato il permesso di visitare in anteprima un monumento che risale agli inizi del III secolo d.C. È bastato uno slittamento di turno dei custodi e la serata speciale è filata liscia come l’olio. Tante macchine di rappresentanza, lista rigorosa, niente imbucati. E gli stessi custodi che sono stati testimoni dell’episodio non saprebbero dire se è stata una festa o solo una visita guidata: ma perché organizzarla dalle 19 di sera alle 22,30 se non per evitare sguardi indiscreti? Del resto le Terme di Caracalla attirano i vip: nel frigidario Bulgari ha organizzato l’estate scorsa un megaevento per i suoi clienti più selezionati per presentare la nuova collezione di gioielli con una sfilata di belle signorine in costume da vestali.
Ma torniamo al mitreo: la notizia della riunione d’élite era uscita sull’Espresso e ieri è stata rilanciata dal quotidiano online Lettera 43. Il punto è che il luogo è ancora sotto restauro, anche se i lavori sono quasi ultimati. Il fatto che il cantiere sia ancora aperto non ha impedito agli invitati di Maria Criscuolo di sfilare nei sotterranei delle Terme. Un evento per soli “iniziati”. Com’è noto infatti in questi luoghi si svolgevano le cerimonie di iniziazione ai misteri del dio Mitra.
E mentre si dibatte parecchio sulle feste dei consiglieri della Regione Lazio e sulla loro “estetica”, vale la pena di riflettere sull’attrazione per l’occulto, sulla fascinazione “esoterica” che contagia il vero establishment, a dispetto di vincoli, cantieri, tutele archeologiche scavalcate con facilità. Perché mai infatti brindare per il proprio compleanno in un luogo angusto, segreto, crepuscolare, riservatissimo e antichissimo, se non per stabilire una distanza, tracciare un confine netto tra coloro che sono ammessi al rituale profano della visita esclusiva e la massa che ne è inesorabilmente esclusa?
Ma c’è anche un altro particolre da sottolineare. Questa vicenda, che svela come la dettagliata gamma dei privilegi non sia solo legata a vitalizi e prebende ma anche al modo in cui si occupa il tempo libero, mette a nudo un paradosso interessante del Bel Paese. Da un lato i nostri monumenti si sfarinano, oltraggiati dal tempo e dalla mancanza di manutenzione, dall’altra divengono teatro selezionato di evasione centellinata, offerta a dosi omeopatiche ma costose, marchio di un piacere tanto più raffinato quanto più proibito alla gente comune. Il mitreo è uno spazio sacro, che taglia fuori l’umanità profana. Il monumento prescelto dev’essere anch’esso eslcusivo, poco conosciuto, quasi l’opposto di un Colosseo deturpato dalle mascherate dei finti centurioni. Un tempo c’erano le terrazze, oggi ci si nasconde nei sotterranei purché lì, dove veniva sacrificato il toro al dio per il banchetto mistico, si ristabilisca la fratellanza che conta, quella di chi appartiene alla vera casta, invisibile ma influente, che beve champagne nei bicchieri di carta.

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