Angela abbatte a colpi di no lo “scudo” anti-spread
Il vertice a due, dopo lo sgarbo del giorno prima con l’esclusione dell’Italia dal gruppo di lavoro franco-tedesco, non poteva che essere condito da frasi di circostanza, sorrisi e incoraggiamenti reciproci. Ma tra il primo ministro italiano, Mario Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel, a parte le ovvie frasi di circostanza, il nodo più importante non solo non è stato sciolto, ma anzi ha visto Lady di ferro ribadire la propria posizione: niente sostegno al buio allo “scudo” creato per intervenire sullo spread, su cui Monti ha puntato da tempo tutte le sue carte, visto che quel parametro che aveva costretto Berlusconi a lasciare continua a perseguitarlo (anche ieri oscillava intorno a 430). L’ipotesi di concedere una licenza bancaria al fondo salva-Stati permanente Esm è stata bocciata anche ieri dalla Merkel, impedendo di fatto allo strumento invocato da Paesi come l’Italia di poter avere accesso illimitato al credito presso la Bce, con le garanzie dei più forti, ovviamente, la Germania e la Bundesbank. Non a caso, le prime frasi di circostanza della cancelliera, al termine del vertice, sono state sulla Bce, nel tentativo di indorare la pillola a Draghi: «Sosterremo il lavoro del presidente della Bce, come di Van Rompuy e di Juncker», ha detto la Merkel, in riferimento ai ripetuti attacchi alle scelte dello stesso Draghi da parte del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Per poi aggiungere: «Condividiamo la linea di Draghi sul fatto che la licenza bancaria per l’Esm non è concordata dai Trattati». Ma la Merkel ha anche dato un consiglio a Monti, che ai più è sembrato un ordine: attendere prima di chiedere l’attivazione dello “scudo anti-spread”, sostenendo che l’Italia “può farcela da sola”. Per Berlino, infatti, anche Madrid dovrebbe aspettare di verificare l’effetto degli aiuti alle banche iberiche prima di decidere.
Sorrisi e parole
«Italia e Germania sono d’accordo sul fatto che abbiamo un’agenda ambiziosa». Ma – ha aggiunto la cancelliera – «abbiamo gli strumenti necessari per stabilizzare l’eurozona, siamo ben corazzati». La Merkel ha sottolineato la necessità «di esaltare quei fattori che sono determinanti per la competitività di un paese» nell’obiettivo di «maggiore coerenza nell’unione economica e monetaria in Europa». Tuttavia, ha aggiunto, «i paesi che ricevono aiuti devono presentare propri piani di crescita e devono applicare le giuste misure di consolidamento dei bilanci». «Non ho problemi a riconoscere che dobbiamo integrarci e lavorare per la governance dell’Eurozona», ha sottolineato ancora la Merkel, che però ha ricordato come anche se «non c’è ancora abbastanza stabilità, stiamo percorrendo una via importante». Sul tema della governance, ha concluso, «in breve tempo abbiamo fatto già molto, più di quanto abbiamo fatto in certi anni di integrazione europea». E sull’Italia, Angela Merkel ha poi ribadito la «piena fiducia» in Monti e nel suo governo, dicendosi convinta che «lo spread si ridurrà portando avanti l’impressionante agenda di riforme». Chiudendo l’incontro con la stampa, Merkel ha ringraziato Monti con una rase un po’ maliziosa: «Grazie – ha sorriso entuasiasta la Cancelliera- è stato bello con lei!».
L’ottimismo di Monti
«Come ho potuto illustrare alla cancelliera, siamo in una fase in cui, fatte importanti riforme strutturali (pensioni, lavoro, concorrenza, liberalizzazioni), adesso stiamo andando avanti risolutamente in una spending review per tagliare i costi di funzionamento del settore pubblico e in un’opera di avvitamento sul terreno dell’economia e dell’amministrazione delle riforme fatte, per essere sicuri che siano effettivamente applicate», ha spiegato il presidente del Consiglio. «Mi sono trovato qui al suo fianco – ha affermato Monti rivolgendosi a Merkel – la prima volta nel mese di gennaio di quest’anno. Non sono passati molti mesi ma mi sembra di poter dire che abbiamo realizzato nei singoli Paesi europei e nell’Europa nel suo complesso progressi significativi. Nei singoli Paesi abbiamo tutti lavorato per dare, per la nostra quota, una maggiore competitività all’economia europea. I Paesi non sono tutti allo stesso livello di avanzamento, ma siamo tutti convinti che per la crescita e per la competitività un prerequisito di base sia la disciplina dei conti pubblici e le riforme strutturali».
Il fondo salva-spread
Sul no della Merkel a un sostegno diretto al fondo salva-spread, Monti ha provato a minimizzare: «Licenza bancaria ed Esm sono temi che dobbiamo vedere con la prospettiva del mosaico – ha affermato Monti – sono singole tessere che hanno la finalità di dare luogo e concretezza ad una governance soddisfacente di questa cosa che è talmente nuova per la storia umana, che è l’Unione europea e in particolare l’eurozona». «La Germania ci insegna – ha spiegato il premier – che occorre una gradualità nei progressi: certe cose non sono possibili oggi a certe condizioni, potrebbero diventarlo domani in altre condizioni. Questo evolvere può richiedere modifiche dei trattati, con tutta la consapevolezza che non si possono prendere alla leggera delle decisioni sui trattati». «In una prospettiva di lungo periodo tutto si può immaginare e credo che ogni singolo tema, compreso quello della licenza bancaria dell’Esm, non debba essere drammatizzato. Sono molto fiducioso in questa capacità che gli europei stanno dimostrando di affettare ciò che è necessario per governare l’eurozona e l’Unione europea».