Nuovo arco costituzionale o Prodi-ter?
Casini, Bersani (e ora anche Fini) ci stanno lavorando davvero e il futuro appare di giorno in giorno più inquietante. La volontà del “tutti insieme contro la destra”, che da queste colonne il presidente del Pdl a Bruxelles aveva equiparato alla conventio ad excludendum degli anni ’70 contro il Msi, in questi giorni fa sempre più proseliti. Il motore di ogni riflessione sembra essere lo stesso che mise insieme il diavolo e l’acqua santa sotto la poltrona di Prodi: con chiunque purché contro Berlusconi. E siccome malgrado il passo indietro del Cav il centrodestra si ostina a sopravvivere, e Alfano potrebbe dimostrarsi un avversario ugualmente pericoloso, bisogna ricorrere al tutto per tutto: un’alleanza non plausibile – ma ogni giorno più possibile – che mette insieme gli ex-Dc con gli ex-An, gli insurrezionalisti col partito dei giudici, gli operaisti con le grandi famiglie della Finanza. Il tutto sperando di cavalcare la scia dei parziali (e dibattibili) risultati che ci si aspetta Monti porti a casa a fine legislatura. Le beghe tra Di Pietro e l’Udc, i veti incrociati reversibili e interscambiabili servono solo a scaldare la fase delle trattative, alla fine – pare sempre più probabile – la paura di un’ulteriore quanto inattesa vittoria del centrodestra costringerà tutti gli altri a una nuova ammucchiata. L’unica forza che – dice Bersani – per ora non sarebbe papabile per la grande orgia sono i grillini. Machiavelli, che non era stupido, diceva che le alleanze si fanno con i più deboli, altrimenti i più forti ti fagocitano…