Una lezione da imparare dalla Grecia
L’Italia non è la Grecia. L’Italia non è nemmeno paragonabile alla Grecia. Nel momento clou della demolizione politico-mediatica nei confronti di Berlusconi tutti ripetevano come un mantra “finiremo come la Grecia”, ma ora che al governo ci sono i tecnici, persino Napolitano ha affermato molto esplicitamente che il paragone è ridicolo. La Grecia è priva della struttura produttiva, delle risorse naturali, della ricerca e delle eccellenze che noi, forse immeritatamente, ci ritroviamo. Gli errori di gestione economica fatti nel recente passato dai greci non hanno nulla a che fare con gli errori strutturali che ci portiamo dietro da decenni e i limiti ideologici che ci siamo autoimposti da mezzo secolo. Eppure la piccola e povera Grecia ci ha dato, anche i questi tempi bui, una lezione di civiltà politica e democrazia. Nel momento di maggiore difficoltà, non si sono calati le braghe al punto di accettare di rinunciare alla sovranità popolare come invece hanno fatto gli italiani. Anche a loro hanno cercato di imporre un commissariamento tecnico e come oppositori radicali non hanno certo un comico, ma due bei partiti estremisti e antieuropei senza se e senza ma. Eppure hanno preferito andare due volte alle elezioni piuttosto che togliere al popolo il diritto di decidere. La democrazia è così, prendere e lasciare. E loro non hanno lasciato. I partiti “responsabili” anziché consegnare le chiavi di casa allo straniero hanno fatto appello alla razionalità dei cittadini. Ora possono anche governare insieme, ma con dignità e legittimazione popolare.