Il declino di Monti, da eroe a postulante
Pensavano che Monti fosse un nuovo Sisifo, il personaggio mitologico che sfidò gli dèi, simbolo di operosità e saggezza, tanto diverso dal suo predecessore. I giornali esteri, all’inizio del suo mandato, l’hanno trattato come un eroe contemporaneo, salvo poi scoprire che non tutti gli eroi sono guerrieri e soprattutto che tutti gli eroi desiderano la gloria. E ora lo dicono a chiare lettere: Monti non è un guerriero ma alla gloria non rinuncia. Il “Times” è arrivato ad avvertire il premier: «Meglio le elezioni anticipate che l’impotenza», non ha coraggio e quindi rischia di «barcollare ai tempi supplementari». Il “Financial Times” gli dà una possibilità: «Non ha niente da perdere, i sondaggi sono in calo e sta venendo meno il sostegno all’interno della coalizione. Solo dicendo la verità ai poteri forti Monti può salvare il suo Paese e l’euro». Torna quindi il parallelo Monti-poteri forti. La “Sueddeutsche Zeitung” ha addirittura un titolo in lingua italiana: “La Merkel contro SuperMario”, evidenziando come il premier e la cancelliera parlino due lingue diverse. Poi ci mette il carico da undici: «Per l’Italia si apre la seconda estate sul precipizio della crisi del debito. Monti e la Merkel si intendono sempre di meno, lui fa appello all’unità e lei lo bolla come un postulante». Un vero affronto. Di sicuro SuperMario non pensava che da eroe a postulante il passo fosse così breve. E men che meno pensava di farlo anche senza sfidare l’ira degli dèi.