“Gomorra” e il pizzo: tutti zitti. Ma se il pentito avesse detto le stesse cose sul Cav?
Nessuno vuole fare il processo, per carità. Di processi mediatici ne abbiamo le tasche piene, è roba da Santoro. Strano però che la notizia non abbia stuzzicato la curiosità dei giornali, specie di quelli che pubblicano pagine e pagine di intercettazioni, anche quelle più inutili e improbabili, “Tizio ha detto di essere andato al bar con Caio” e “Sempronio ha detto di aver conosciuto una donna che aveva gambe da spezzare il fiato”. E invece niente. “Il Fatto” ha dedicato una pagina alle parole del pentito di camorra Oreste Spagnuolo: «Senza il pizzo “Gomorra” non lo avrebbero girato». Il regista Matteo Garrone sarebbe stato vittima di un’estorsione e avrebbe pure incontrato un malavitoso agli arresti domiciliari. Il condizionale è d’obbligo perché anche dei pentiti – o meglio, di un certo pentitismo – ne abbiamo le tasche piene. Ma una piccola punzecchiatura è lecita: «Se fosse successo per un film prodotto dalle società che fanno capo al gruppo Berlusconi sarebbe già scoppiato uno scandalo», ha detto Maurizio Gasparri. Peraltro, «già è noto che numerosi interpreti del film sono stati arrestati perché erano effettivamente delinquenti. Attori che non si sa bene come siano stati selezionati». Parole inconfutabili: nessuno ha detto una parola, neppure quei deputati della sinistra che solitamente mandano fiumi di comunicati alle agenzie. «Speriamo – ha aggiunto Gasparri – che non sia vero. Ma Saviano non ha nulla da dire?». Lo scrittore si è chiuso a lungo nel silenzio e i partiti non hanno voluto distoglierlo dal suo momento di meditazione. Resta un interrogativo: se il pentito avesse fatto – anche di sfuggita – il nome di Berlusconi, che cosa sarebbe accaduto? Meglio soprassedere, altrimenti si rischia una risposta alla Catalano: «È meglio essere sani e ricchi piuttosto che essere poveri e malati».