A Bolzano bagno d’italianità grazie agli alpini
Bolzano e la sua gente, da ieri, stanno “subendo” un’invasione a lungo attesa: il calore trascinante delle decine di migliaia di “penne nere” che, nel segno di una ritrovato entusiasmo per l’italianità in questa provincia dalla storia così complessa, hanno raggiunto la città per tre giorni di festa. Un’occasione storica per tutto l’Alto Adige questa, che si riscopre italiano anche grazie al contributo di uno tra i più amati reggimenti dell’esercito: gli alpini. Venuti da ogni parte d’Italia, infatti, veterani e non si sono dati appuntamento a Bolzano in occasione dell’85° Adunata Nazionale in programma che durerà fino a domani. Un grande evento di piazza, insomma, che si svolge ogni anno in una città italiana scelta di volta in volta dal Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini per ricordare la prima adunata spontanea tenutasi nel settembre del 1920 sul Monte Ortigara, in provincia di Vicenza, teatro delle note vicende storiche (fu teatro di una battaglia combattuta dal 10 al 25 giugno 1917 tra l’esercito italiano e quello austriaco. Gran parte dei soldati italiani caduti in quella circostanza erano alpini e i loro commilitoni, a tre anni di distanza, li vollero ricordare e avviare così forme di solidarietà con le loro famiglie). Bolzano, da parte sua, ospita l’Adunata per la seconda volta. La prima fu nel lontano 1949 quando, lungo le strade della città che portavano ancora i segni della guerra finita da soli quattro anni, sfilarono più di quarantamila mila penne nere.
Occasione storica per gli italiani…
Da quel giorno tante ne sono passate, e tante polemiche hanno accompagnato la storia di questo lembo d’Italia dove la convivenza tra italiani e minoranze linguistiche ha attraversato anche diversi momenti di tensione. La stessa vigilia di questo importante appuntamento è stata preceduta dalle “punzecchiature” da parte della (qui) maggioranza di cultura tedesca a cui sono seguite le risposte da parte della popolazione di lingua italiana. Nonostante questo, però, tanto gli organizzatori quanto le istituzioni (con il presidente della provincia) non hanno mancato di sottolineare l’importanza culturale dell’evento. «Questa Adunata – ha spiegato il presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, Corrado Perona – ha per noi un significato particolare: torniamo a Bolzano dopo sessantatre anni. Questa città dove ha sede il Comando delle Truppe alpine, che quest’anno festeggiano i 140 anni della fondazione, è per noi un luogo simbolo. Siamo a Bolzano per quella che è un grande festa popolare ma anche l’occasione per ribadire i nostri valori: fratellanza, amicizia e responsabilità. Soprattutto responsabilità, fondamentale in un momento così difficile dal punto di vista economico e morale. Noi alpini vogliamo confermare il nostro impegno al servizio della collettività: siamo abituati a dare senza aspettare contropartite, questo è il senso dell’alpinità». E le polemiche? «Noi – ha spiegato ancora Perona – non abbiamo offerto il fianco. E poi siamo stati ben accolti sia dal sindaco, che è di madrelingua italiana, che dal presidente della provincia Durnwalder».
…anche per i “tedeschi”
Le parole di Perona sono confermate dallo stesso Durnwalder, la personalità forte della zona. «Abbiamo preparato di tutto per accoglierli – ha spiegato il presidente qualche ora prima del via – Noi adesso vogliamo il dialogo». E che non siano dichiarazioni di maniera lo si intuisce dall’impegno preso alla vigilia: «Oggi (ieri, ndr) sarò in tribuna ad accogliere gli alpini, e ciò conferma come stavolta il Sudtirolo non è per nulla ostile alla presenza di questa manifestazione. Certo davanti al monumento alla Vittoria ci potrà essere qualche problema…». Il riferimento del presidente va al braccio di ferro che le due comunità hanno intrapreso sulla sorte del monumento che ricorda la vittoria italiana della prima guerra mondiale, costruito durante il fascismo da Piacentini proprio per ricordare l’impresa. Dal dopoguerra in poi a Bolzano, nonostante lo statuto speciale concesso, le polemiche sull’autonomia sono ritornate ciclicamente in auge. E hanno di preso di mira anche i luoghi “simbolo” della diatriba: come dimostra, proprio l’anno scorso, la polemica sul “monumento alla Vittoria” che ha visto la minoranza italiana criticare duramente l’ipotesi dello smantellamento e della storicizzazione dell’opera arte.
Ancora gli strascichi della “questione”
Anche nei giorni che hanno preceduto l’arrivo degli alpini ci sono stati episodi polemici da parte degli “schutzen”: tricolori strappati, manifestazioni per chiedere l’indipendenza dall’Italia, scritte sui muri. Fortunatamente però, oltre all’adunata degli Alpini, negli ultimi tempi la provincia di Bolzano pare aver riscoperto che la sua autonomia non è sinonimo di indipendenza. E ancora una volta c’è lo zampino delle penne nere. Da circa un mese, infatti, una mostra itinerante dal titolo “Alpini. Un racconto contemporaneo” ha fatto tappa a Bolzano, Bressanone, Merano, Egna e Brunico, ripercorrendo la presenza delle brigate alpine in Alto Adige sin dai primi decenni del secolo scorso e distribuendo gratuitamente un libro finanziato proprio dalla Provincia. Oltre a questo, proprio in una seduta del consiglio provinciale è avvenuto un risultato importante: è stata bocciata qui la mozione sulla autodeterminazione presentata dai gruppi consiliari di SüdTiroler Freiheit (“Libertà per il Südtirol”) e Freiheitlichen (i “liberali”) i quali, ricordando le esperienze di autodeterminazione di Slovenia, Montenegro, Scozia, Galles, Catalogna, Kosovo, e più recentemente della Groenlandia, tutte esperienze riconosciute dalla comunità internazionale, chiedevano a loro volta che il consiglio provinciale sottolineasse che l’Alto Adige era stato diviso dalla madrepatria Austria contro il volere della popolazione, definendo una ingiustizia l’annessione forzata dell’Alto Adige all’Italia.
“Gli alpini al fianco dei marò”
Insomma, si comprende bene come la buona riuscita del raduno degli alpini sia un evento che testimonierà non solo la capacità di organizzazione di questa terra, ma sarà anche un preciso segnale politico dell’Italia tutta verso i propri connazionali. Per questo motivo si aspetta con ansia il momento clou dell’Adunata che è, come è noto, la sfilata. Per tutto il giorno “marceranno” lungo le strade della città decine di migliaia di alpini accompagnati da numerose fanfare e dalle autorità locali e nazionali. La lunghezza del percorso è di circa due chilometri. L’Adunanza, quest’anno, potrà essere seguita anche in tv e su internet grazie al sito Ana.it, la Rai e ben undici televisioni private che, sopratutto domani, offriranno agli spettatori un’ampia scelta di programmi, trasmettendo integralmente o parzialmente la sfilata. Proprio all’interno della sfilata è attesa una delle delegazioni più significative: sarà presente anche un plotone del San Marco, lo stesso dei nostri due marò detenuti in India. Sulle tribune sarà esposto uno striscione con la scritta: “Gli alpini al fianco dei marò”. E, per dare un’idea dell’unione delle forze armate sulla vicenda dei nostri due militari, l’Associazione Nazionale alpini è intervenuta anche con una lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Monti e al Ministro della Difesa.