Ridateci subito Maria Sandra, la fata dei bimbi del deserto algerino
Maria Sandra Mariani è da quasi un anno e mezzo nelle mani dei suoi sequestratori a cavallo di Algeria e Mali.
Vive nel verde straordinario del Chianti, ama molto chi è stato meno fortunato di lei. Soprattutto i bambini del deserto algerino. Vive e lavora per loro. Tutto l’anno prepara meticolosamente tutto ciò che può servire laggiù nel deserto. Poi parte. Una volta l’anno. Per un mese. Questa volta non è tornata. Una rivendicazione. Un videomessaggio in francese. Rassicurazioni sulle condizioni di salute. Rivendicazione di Al Qaeda del Sahel. Il dramma dei familiari. Il buon vecchio padre Lido, leone di tante battaglie, ammalatosi seriamente. La madre che non è più con lei. Gli altri come schiantati. Migliaia di telefonate all’Unità di Crisi. Inutili. Come i viaggi di Margherita Boniver in Mali. Cosa vogliono i sequestratori? L’ostaggio italiano sequestrato più a lungo nel tremendo rosario dei nostri sequestrati. L’Italia paga. Ma cosa e a chi? Gli inglesi sparano. Ma qui a chi spariamo? Non parlate e non scrivete. I sequestratori hanno orecchie lunghe. Lido non ce la fa più. Abbiamo perdonato anche Renzi che al posto dei Marò da Palazzo Vecchio ha affisso la grande effige di lei. Maria Sandra se lo merita. Se lo meritano anche i bambini del deserto algerino privati della loro fata italiana. Ce lo meritiamo anche noi costretti a un articolo inutile. Rifugiati nella preghiera. Impotenti nella rabbia come il Comune di San Casciano Val di Pesa. C’è tanta perfezione verde attorno a casa di Maria Sandra sulle colline toscane. Tutto, oggi, sembra preferibile a quel silenzio “perfetto”.