La faida degli ex è una bufala per fottere il Pdl
La nostalgia è per le serate in birreria. La vecchia scuola, i vecchi amici, le passate fidanzate, sono belle perché sono passate. Chiunque abbia senno sa che, ammesso che uno potesse tornare indietro, le cose non sarebbero mai uguali. In tutte le cose si può andare solo avanti: è una legge di natura. Quindi è evidente che nessuno possa pensare che, se mettesse indietro l’orologio della politica, il risultato sarebbe lo stesso. Questo vale per “lo spirito del ‘94” evocato da alcuni, come per la comunità di credenti e combattenti riferita ad altri. Nel primo caso perché lo spirito del ‘94 era, appunto, del ‘94, e cioè legato all’entusiasmo dell’inizio di un percorso e alla novità di uno scenario politico totalmente inedito e irripetibile. Nel secondo caso perché lo spirito combattentistico esisteva perché si stava chiusi e assediati in pochissimi in una trincea aspettando di essere fatti a fettine nel prossimo assalto. Ma c’è veramente qualcuno, nel Pdl, che vorrebbe spaccare tutto per tornare a fare una copia sbiadita di Forza Italia o Alleanza nazionale? Chiunque sia l’interrogato la risposta è sempre negativa. Eppure, indefessi e assidui, gli organi di informazione – ormai da tre anni – ripetono a cadenza settimanale che “gli ex-An” vogliono lasciare il Pdl. E a furia di ripeterlo hanno trovato qualcuno che, almeno per stare sulle agenzie, ha cominciato a fare lo sfascista dal versante degli “ex-Fi”. In L’arte della guerra Sun Tzu riteneva indispensabile dividere con ogni mezzo l’esercito nemico. Qualcuno ancora non ha capito che per la maggior parte dei giornalisti “l’esercito nemico” siamo noi.