“Salviamo i nostri marò”: blitz del Pdl a Milano

9 Mar 2012 20:08 - di

Non è lo striscione ufficiale della campagna “Salviamo i nostri marò” e non è stato affisso dall’amministrazione, ma ieri il Comune di Milano ha avuto comunque iico in risposta al rifiuto del sindaco Pisapia di aderire alla campagna di sensibilizzazione. Poco prima La Russa, insieme ai consiglieri comunali del Pdl, ad altri esponenti del parl suo gesto di solidarietà nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: Ignazio La Russa ha lasciato sul portone di Palazzo Marino due volantini con il volto dei militari arrestati in India e con la scritta “Salviamo i nostri marò”.
Si è trattato di un gesto simboltito e all’ex sottosegretario Daniela Santanché, aveva distribuito quegli stessi volantini nella vicina piazza San Babila, mentre in galleria Vittorio Emanuele era stato srotolato lo striscione della campagna. Un’iniziativa simile è stata presa anche a Firenze, un’altra città in cui l’amministrazione comunale ha detto no alla solidarietà ai due militari: di fronte al rifiuto delle istituzioni cittadine, il Pdl ha esposto lo striscione dalle finestre della propria sede.
«Per risolvere la questione dei marò dobbiamo appellarci agli organi internazionali», ha detto La Russa, aggiungendo che «c’è un effettivo disagio per quanto riguarda i due marò e non solo per le modalità. La vera anomalia è stata la consegna in acque internazionali dei nostri due militari, rimane un mistero chi abbia consigliato questa condotta, ma ne parleremo a tempo debito». «Adesso – ha proseguito l’ex ministro della Difesa – rimane la necessità di far sentire a tutto il mondo che l’opinione pubblica considera prioritario il ritorno dei due militari». Per questo il coordinatore del Pdl ha giudicato «un segnale pessimo» il no della giunta Pisapia alla campagna di solidarietà. «In questi casi mi vergogno di essere milanese», ha aggiunto La Russa, mentre l’ex vice sindaco Riccardo De Corato ha sottolineato che «abbiamo voluto dare un segnale forte al tutto il Paese, perché non tolleriamo che sia messo un bavaglio alle espressioni di solidarietà ai nostri militari».

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