Monti blinda il governo: sulla Tav non si tratta
La linea è quella della fermezza, ma è chiaro che al dialogo il governo non rinuncia apriori. Ma sul progetto Tav Torino-Lione trattative al ribasso il premier Monti non ne farà, come hanno ribadito a più riprese diversi esponenti del governo, prima e dopo il vertice svoltosi nel pomeriggio a Palazzo Chigi. «Bisogna dialogare ma allo stesso tempo essere fermi nei confronti di ogni violenza», ha spiegato nel pomeriggio il ministro per la Cooperazione e l’Integrazione, Andrea Riccardi, parlando degli scontri in Val di Susa nel corso della sua visita a Lampedusa insieme al ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, prima del vertice romano al quale hanno partecipato anche il ministro dello Sviluppo economico e Trasporti Corrado Passera, quello dell’Ambiente Corrado Clini, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e il commissario straordinario di governo Mario Virano. In discussione le misure per mettere fine alle proteste. Da quanto è trapelato, si potrebbe ricorrere anche a una sorta di Daspo (il divieto di accedere alle manifestazioni sportive introdotto nel 1989 per contrastare il fenomeno della violenza degli stadi).
«Io penso – ha spiegato il ministro Riccardi – che non si possano accettare comportamenti violenti al di fuori della legge e che bisogna anche riflettere su un eccessivo antagonismo, perchè il Paese sta passando un momento molto difficile e dobbiamo essere tutti responsabili. Dobbiamo essere responsabili anche con i tanti che si sacrificano e che sperano in una ripresa». Il ministro dell’Interno, dal canto suo, non ha chiuso la porta ai manifestanti: «Il dialogo continuerà per chiunque non voglia usare violenza e illegalità», ha aggiunto Annamaria Cancellieri da Lampedusa. Un possibile ritorno degli anni di piombo è «la preoccupazione è che si paventa, ma che al momento non abbiamo motivo di credere. Stiamo molto attenti affinchè non avvengano infiltrazioni che possano riportare a cose che non vogliamo che si ripetano», ha detto ancora il ministro dell’Interno. «C’è molta attenzione – ha ribadito il ministro – non abbiamo motivo di preoccupazione ma siamo molto vigili». Rispetto alla possibilità che il governo possa bloccare o modificare ancora il progetto originario, la Cancellieri non lascia grandi speranze ai manifestanti della Val di Susa: «Margini non ce ne sono: l’opera è di valore fondamentale per il Paese, e non solo per il Piemonte e fa parte di impegni presi con il l’Europa. Non ci sono spazi». «L’opera – ha aggiunto l’ex prefetto di Bologna – è stata meditata e partecipata. Ci sono stati incontri con la popolazione e fatte importanti modifiche al progetto: siamo ad un punto di non ritorno. Abbiamo dato massima disponiblità all’ascolto – ha proseguito il ministro Cancellieri – per avere compensazioni maggiori o perchè quelle promesse arrivino nei tempi puntuali. Ieri abbiamo avuto incontro al Viminale con i presidenti della Regione, della Provincia e con il sindaco di Torino. L’opera è inderogabile ma c’è una apertura ad ascoltare la minoranza dei sindaci che dissentono anche se non sono direttamente interessati all’opera».