Montezemolo (ri)scende in campo: o sul binario?
Il cabarettista di “Zelig” che imitava un meccanico Ferrari soleva raccontare che quando ai box le maestranze del cavallino rampante vedevano passare Luca Cordero di Montezemolo, forti del clima informale del Circus, lo apostrofavano in amicizia: «Lucacorderodimontezemolo!». Un tormentone divertente, che ricorre continuamente anche nella politica italiana. Non passa giorno, infatti, che qualche politico non pensi di uscure dalla crisi dei partiti urlando: «Lucacorderodimontezemolo!». Montezemolo è l’uomo nuovo di ogni stagione (e che in quanto tale non è più nuovo). L’ultimo a tirarlo per la giacca è stato Gianfranco Fini. Ma lui, al solito, si schermisce: «Se mi candido alle elezioni? Sento questa domanda sette volte all’ora. E mi fa sempre molto piacere quando mi viene rivolta», risponde Montezemolo alla Sueddeustche Zeitung. «Io – chiosa – ho avuto tre grosse fortune nella vita: la prima è che sono nato dopo la guerra, mentre molte persone della mia famiglia sono morte in guerra. La seconda: ho raggiunto nella vita più di quanto pensassi. La terza è che ho una grande passione per il mio Paese e allo stesso tempo ho eccellenti rapporti ovunque nel mondo». Rapporti che gli saranno utili anche per lanciare Nuovo trasporto viaggiatori (Ntv), la società per azioni di cui Luca Cordero è presidente e che presto dovrebbe iniziare a operare nel campo dei treni ad alta velocità sulla rete italiana e non solo. «Speriamo di partire dopo Pasqua sulle tratte Milano-Napoli, Napoli-Venezia e Torino-Milano», ha detto, vantando le prestazioni dei suoi convogli d’avanguardia che scalpitano per poter sfrecciare sui binari. E certo, quest’aura da uomo della Provvidenza, questa fama – nata chissà dove, chissà per quale motivo – di risolutore di problemi non guasterà al lancio della nuova compagnia: se lo cercano tutti per sistemare l’Italia, figuriamoci se non sa sistemare il solo trasporto ferroviario. Insomma, la domandas sulla discesa in campo gli fa piacere, per sua stessa ammissione, e non è difficile capire il perché. Sul suo futuro in politica, comunque, ha ironizzato ieri l’ex ministro Gianfranco Rotondi: «La politica non è calciomercato – ha detto – e Montezemolo non è Maradona». E se anche la politica fosse calcio, del resto, giova ricordare che persino la plurititolata Juventus, con Montezemolo alla guida, finì addirittura fuori dall’Europa. Qualcuno, forse, dovrebbe ricordarlo ai pasdaran del montezemolismo…