Ma quale Celentano, è Clooney la star dell’impegno civile..
Altro che re del gossip, da ricordare per il flirt con Elisabetta Canalis. Se c’è un attore impegnato – molto diverso dai militanti vip della sinistra nostrana, dalle Guzzanti di turno e dai “santoni” televisivi – quello è George Clooney che per le sue battaglie civili è disposto a tutto, anche a farsi mettere le manette ai polsi. Proprio come gli è capitato ieri davanti l’ambasciata del Sudan a Washington. Due modi diversi di “fare spettacolo”: c’è chi guadagna fama, notorietà, red carpet nei salotti televisivi, come Roberto Saviano; chi si pavoneggia sul palco ovattato dell’Ariston, come Adriano Celentano al Festival di Sanremo; è c’è chi, come il bel George, ci mette la faccia per sensibilizzare il governo Usa sul nodo Sudan, finendo nei guai. Non ha scelto un canale televisivo o una kermesse canora e, pensate, non ha preso neanche un dollaro. L’attore aveva annunciato che sarebbe stato uno dei promotori del sit-in di protesta. E così ha fatto. Al di là di ogni recita, Clooney ha protestato contro il presidente Omar al-Bashir che, secondo i manifestanti che lo accompagnavano, impedirebbe di far arrivare cibo e medicinali nelle Nuba Mountains, una zona al confine del Sudan del Sud. Clooney e gli altri esponevano il cartello “Sudan: Stop Weapons of Mass Starvation”.
L’attore, sorridente, è stato ammanettato dagli agenti, che avevano appena arrestato altri due uomini. Era previsto, anzi, auspicabile perché per Clooney l’importante era «attirare l’attenzione e portare Barack Obama ad attivarsi personalmente sulla situazione del Sudan». Il mondo è bello perché è vario. L’impegno per i diritti civili ha varie delinazioni, a quanto pare. «Se entro tre quattro mesi non saranno presi provvedimenti, assisteremo a un vero disastro umanitario», ha detto il premio Oscar. Mercoledì l’attore aveva già parlato di fronte al Congresso di una “campagna di morte” in corso nel Paese africano. Clooney aveva ottenuto da Obama la promessa a fare pressioni sul presidente cinese Hu Jintao, sostenitore del presidente sudanese Omar el Bashir. «Abbiamo visto bambini colpiti da schegge, compreso uno di nove anni che ha perso entrambe le mani», ha detto l’attore e regista che è da poco tornato da una missione in una delle zone più colpite, le montagne di Nuba nel sud del Kordofan. Clooney ha detto esplicitamente che gli attacchi sono orchestrati dal governo del presidente Omar al-Bashir, insieme al suo collaboratore Ahmad Harun e il ministro della Difesa, Minister Abdelrahim Mohamed Hussein. Gli stessi tre uomini, ha detto, che hanno orchestrato gli attacchi in Darfur.
Al momento dell’arrresto era presente il padre dell’attore Nick, giornalista famoso e anche lui impegnato, che nel 2004 si era candidato per il Partito Democratico al Congresso americano, vicenda che ha ispirato il film dell’attore Idi di Marzo. Al sit in c’erano anche il presidente del Naacp Ben Jealous, Martin Luther King III e alcui membri del congresso: tra questi ultimi il democratico Jim Moran e il repubblicano Frank Wolf, da poco tornatiu dal Sudan. Proprio in Sudan i due politici erano stati messi al corrente da alcuni rifugiati della situazione preoccupante del loro Paese e del fatto che il presidente al-Bashir starebbe avallando una campagna di pulizia etnica giustificando omicidi di massa.