Nel Popolo della libertà "meno Passera" e più primarie per tutti…

13 Feb 2012 20:21 - di

Se le primarie a sinistra si trasformano puntualmente in uno psicodramma, soprattutto per il Pd, nel Popolo della libertà la prospettiva di farle, sia a livello territoriale che nazionale, è l’unica strada che al momento appare a tutti percorribile in una fase in cui il sostegno al governo Monti rischia di alimentare tensioni e derive tatticiste. In questo senso, la stagione congressuale del Pdl sta decollando in modo quasi inatteso con percentuali di partecipazione notevoli e una selezione di classe dirigente che riserva anche delle sorprese. Come quella di Milano, dove domenica Sandro Sisler è stato eletto nuovo coordinatore provinciale del Pdl. Al congresso, l’assessore di Carate Brianza – sostenuto da big del partito come Ignazio La Russa, Roberto Formigoni e il coordinatore regionale Mario Mantovani – ha infatti ottenuto 3.136 voti: il 72,04% delle preferenze, battendo il presidente della Provincia Guido Podestà come 980 voti (22,51%), a conferma di una partita aperta e giocata senza vincoli di partito.  Da qui alla primavera, però, sarà necessario organizzare le primarie del Pdl in tutte le realtà amministrative in cui si voterà, come naturale seguito alle consultazioni congressuali. La mobilitazione del Pdl sul territorio deve partire proprio da questo strumento che se a sinistra provoca solo terremoti, a destra non può che fare bene, visto che non esiste una competition interna come quella tra Pd e Sel che finisce per alimentare continue implosioni in una prospettiva di alleanza con sguardo rivolto al centro. Primarie sul territorio, dunque, ma anche a livello nazionale per la futura leadership di una coalizione chiamata alle urne nel 2013. Primarie per tutti, anche per nomi come quello di Corrado Passera, che ogni tanto qualcuno butta nella mischia per seminare confusione.

La scheggia impazzita
A lanciare l’attuale ministro per lo Sviluppo economico era stato nel fine settimana il presidente della Lombardia Roberto Formigoni in un’intervista a Repubblica. Parole, quelle del governatore, che avevano scatenato un piccola rivolta nel partito. Il segretario Angelino Alfano, però, l’altra sera, ospite di Fabio Fazio, aveva depotenziato la bomba senza dire no a Passera, in assoluto, ma spiegando che “può correre alle primarie iscrivendosi al Pdl e partecipando alla dinamica democratica”. Per poi lanciare qualche stoccata allo scalpitante Formigoni: «La notizia è che Formigoni non si candiderà e per noi è una perdita ma ne guadagna la Regione». Il messaggio lanciato da Alfano, e condiviso dalla maggioranza del suo partito, è che alle prossime elezioni la “palla” torni nel campo della politica. Dietro la levata di scudi contro la discesa in campo di Corrado Passera si nasconde la preoccupazione, che circola dentro il Pdl, che nelle file dei partiti che sostengono il governo l’idea di ripetere l’esperienza Monti anche per le elezioni del 2013, e cioè una grande coalizione intorno ad un tecnico, possa essere tutto sommato una strada percorribile. Ecco perché Alfano, più che bocciarlo, magari preferisce “bruciarlo”.

Le spaccature negate
 «Leggo alcuni commenti giornalistici secondo cui il Pdl sarebbe diviso tra ipermontiani e chi non vuol morire montiano. Persino le elezioni per il presidente provinciale di Milano con quattro candidati vengono indicate come un esempio di divisione, invece che di autentica democrazia.  Mi pare che il Pdl stia dimostrando di essere un partito vero, in cui si discute liberamente, si confrontano varie opinioni ed idee e dove poi si trova la sintesi politica che è quel che conta. Altro che partito diviso o di plastica».
Il senatore del Pdl Altero Matteoli chiude così la solita polemica di alcuni giornali su una presunta spaccatura tra gli ex An ed ex Fi sul sostegno al governo Monti. Una posizione ormai obsoleta che anche le dichiarazioni di Erico La Loggia contravvengono: «La priorità di tutti noi del Pdl è oggi quella di sostenere, con forza e convinzione, l’azione del nostro segretario Angelino Alfano nel suo impegnativo lavoro di rilancio del partito», ha spiegato il presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, a margine di un convegno organizzato a Firenze. Quanto al governo Monti, La Loggia ha ribadito che «in questa fase non ha alternative». Sulle dinamiche interne del partito, ieri è intervenuto anche il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, secondo cui «grazie all’impostazione data da Alfano il Pdl sta dimostrando di essere capace di avere una intensa vita democratica». Inoltre – spiega – «in molti congressi si sono verificati schieramenti nei quali non si è affatto verificata una divisione fra ex appartenenti a Forza Italia ed ex appartenenti ad An ma le carte si sono rimescolate sulla base delle vicende politiche attuali». «Da qui bisognerà partire per innovazioni ulteriori riguardanti il Pdl, le sue iniziative programmatiche, le prospettive politiche», conclude Cicchitto.

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