Alfano gela i furbetti: congressi avanti tutta. E lancia il “Pdl 2.0”
Qualcuno ha provato a ironizzare e sghignazzare sul milione di tesserati raggiunti dal Pdl a fine anno. «Certo», hanno detto in questi giorni avversari maliziosi e finiani doc, «sono tessere false!». Su alcune irregolarità denunciate stanno indagando i giudici, come a Salerno. Ma siccome le notizie gonfiate o incomplete si rincorrono veloci da un sito a un quotidiano passando per Striscia, Angelino Alfano nel primo pomeriggio di ieri ha gelato tutti dicendo di essere pronto a fermare la macchina dei congressi in caso di tesseramenti falsi «accertati».
«Abbiamo fatto una campagna tesseramento che ha avuto un grande successo. I furbetti non potranno fare nulla contro di noi. Abbiamo previsto una norma precisa, per cui chi non ha sottoscritto personalmente l’adesione non può partecipare ai congressi e votare». Il segretario pidiellino, a margine della presentazione della scuola di formazione politica on line, conferma ai giornalisti la regola chiave che dà accesso al voto per eleggere i vertici regionali e provinciali del partito. Che poi è il biglietto da visita, la “rivoluzione dolce”, con cui si è presentato al partito come successore di Berlusconi: musica nuova, democrazia interna, meritocrazia. Intorno alle 18 arriva la parola definitiva: congressi avanti tutta. «Prosegue la stagione congressuale del Pdl – dichiara in una nota Alfano – ho avuto conferma del pieno rispetto delle regole e quindi i congressi in programma questo weekend saranno regolarmente svolti». Le parole diAlfano fanno giustizia delle tante inesattezze che si sono sentite in questi giorni sul tesseramento e sui congressi del Pdl– commenta Gregorio Fontana, responsabile nazionale settore adesioni del Pdl – il partito «è impegnato nel difendere chi sta partecipando con entusiasmo ai congressi, contro i pochi in malafede che, come spesso accade in questi casi, cercano di intrufolarsi». Insomma lo sport dei pataccari o dei signori delle tessere (finte) non passerà: «le regole e le procedure poste a presidio della legalità», dice Fontana, «sia per quanto riguarda il tesseramento sia per quanto riguarda i congressi sono estremamente rigorose. Non ci sarà alcuna tolleranza verso chi attenta ai diritti degli iscritti al Pdl».
A sollevare la questione con una certa forza e un linguaggio forse un po’ troppo sferzante («Alfano ripulisca il partito dai mafiosi») è stato due guorni fa l’ex ministro della Difesa, Franco Frattini, dalle colonne del Riformista. «Non siamo di fronte a un tumore con metastasi, e quindi non vanno fatte generalizzazioni, ma gli episodi legati al tesseramento sono gravissimi, e occorre intervenire presto. Alfano deve fare un appello a ripulire il partito. Noi saremo con lui», aveva detto ricordando come il passaggio sul “partito degli onesti” fosse stata la parte più applaudita del discorso di Alfano all’atto dell’insediamento. «Noi abbiamo messo in piedi un meccanismo di controllo col tavolo delle regole, ora devono essere consegnati ad Alfano subito dei rapporti completi. Compito della procura è individuare i mafiosi, ma compito di un partito è eliminarli dalle proprie liste, espellerli, appena sono identificati». Anche Alfredo Mantovano si sente rassicurato dalle parole del numero del Pdl che fanno seguito «a quanto affermato Denis Verdini in relazione alle tessere false di Bari, le cui parole costituiscono finalmente una testimonianza di buon senso e saggezza.Verdini in modo chiaro e diretto ha chiesto scusa a nome del Pdl, anche a coloro che si sono trovati iscritti senza saperlo, e in più ha sollecitato accertamenti in sede locale».
Dissipata l’ombra lunga dei tesseramenti taroccati, si può tornare a parlare e fare politica. Con lo slogan «vogliamo essere un partito 2.0», Alfano ha lanciato ieri la Pda, la Political Digital Academy, una scuola permanente per la formazione sul digitale rivolta agli iscritti del Pdl. «Anche se oggi magari non si va più in giro ad attaccare i manifesti elettorali per strada – è il ragionamento – si può “attaccare” un post in rete per manifestare la propria passione politica». Sull’esempio degli Stati Uniti il partito punta, insomma, alla raccolta del consenso anche on line. Con un occhio di riguardo verso i più giovani. L’idea, non a caso, è stata lanciata da Alfano dal palco della parte dalla volontà di innovare, o comunque riadattare, la comunicazione del partito in chiave 2.0, prestando maggior attenzione alle tecnologie digitali e ai social media. L’accademia digitale sarà «il nuovo quartier generale del Pdl su internet» dice Alfano su twitter. «Alle prossime amministrative – ricorda – voterà per la prima volta la generazione del ‘94, quella nata nell’anno della discesa in campo di Berlusconi. Noi abbiamo 2000 tesserati in quell’anno e Berlusconi allora ci insegnò come si può innovare la politica. Ora il prossimo passaggio a livello da superare è quello della comunicazione in rete». Entusiasta di twitter e facebook, l’ex ministro della Giustizia ha sottolineato come «nel prossimo programma di governo l’agenda digitale deve avere un capitolo fondamentale». E, replicando alla domanda di uno dei giovani partecipanti al varo della Pda, non ha nemmeno escluso che si valichi la frontiera del voto on line. «Ci sono moltissimi Paesi in cui accade non capisco perché in Italia no». All’iniziativa, che si ripeterà mensilmente e prevede incontri sul territorio e appuntamenti ai quali prenderanno parte esperti e rappresentanti dei principali player tecnologici italiani e stranieri, erano presenti anche gli ex ministri Giorgia Meloni e Mariastella Gelmini, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e i parlamentari Casero, Fontana e Palmieri, tra i creatori dell’iniziativa. Formazione, nuove tecnologie e nuove regole. Tra le proposte annunciate dall’ex Guardasigilli anche la riforma del finanziamento dei partiti». Il leader pidiellino vede con favore la possiblità che «gli italiani possano partecipare direttamente, con contributi, con un metodo all’americana». Dopodichè – chiarisce – i partiti devono sempre certificare e mettere online le spese elettorali, e «il Pdl lo farà dalle prossime politiche».