A proposito di “bavagli” alla stampa
In data 3 febbraio è apparso sulla versione on line del settimanale L’Espresso un articolo a firma Orazio Carabini dal titolo “Super regalo a Morgan Stanley” nel quale si afferma che in data 3 gennaio il Governo avrebbe chiuso una posizione di non meglio definiti “derivati” con la nota banca, per una somma di due miliardi e 567 milioni di euro. L’autore specifica all’interno dell’articolo che «né il Tesoro né Morgan Stanley hanno voluto spiegare il senso dell’operazione». La notizia è rimbalzata sul web ma non ha avuto eco né politica né mediatica. Carabini non è un signor nessuno ma il vicedirettore del settimanale, con alle spalle un lungo e prestigioso percorso come analista economico. C’è da chiedersi – se la notizia, nella sua dettagliata esposizione risponde al vero – di che tipo di “derivati” si trattasse e a copertura di quale rischio eventuale siano stati sottoscritti. Inoltre, quali fossero i termini del contratto con la Banca e se in esso fossero contenute specifiche clausole e se sia altresì vero che per estinguere la posizione sia stato contratto un debito con Banca Imi per il corrispondente ammontare dell’operazione. Carabini ipotizza che ci sia un collegamento con il down-rating affibbiatoci da Standard&Poor e si chiede se il silenzio sull’accaduto non sia dovuto alla preoccupazione estrema di salvaguardare l’immagine celestiale dell’attuale esecutivo. Fino a occultare la notizia col silenzio stampa.