Chi sparò era comunista? Non lo si può scrivere
Si può avere pacificazione senza verità? Il dialogo passa necessariamente attraverso la diluizione delle rispettive identità? La parola “comunista” associata alla violenza e al lutto è ancora un tabù? E perché la verità da edulcorare sta solo da una parte? Sono queste le domande a cui ci sarebbe piaciuto si fosse risposto nel surreale dibattito relativo alla nuova targa di Acca Larenzia, che per la prima volta cita esplicitamente la matrice politica degli uccisori del 7 gennaio 1978. E invece pare che la polemica spicciola debba sempre prevalere sulla riflessione schietta e profonda. Proviamoci noi, allora, a vedere chiaro in quello spaccato oscuro sugli anni di piombo che ha per nome “Acca Larenzia”.
Leggi l’articolo in versione integrale sul Secolo d’Italia del 10 gennaio