Sinistra, Cgil e i macigni del passato
Margareth Thatcher aveva a che fare con le Trade Unions e non era facile, perché le rappresentanze sindacali britanniche avevano un grande peso. Ma aveva a che fare “solo” con le Trade Unions e forse è per questo che vinse la sua battaglia, per poi passare alla storia come Lady di ferro, capace di tener testa a chiunque nei momenti difficili e di garantire rigore. In Italia, invece, negli anni si è consolidato un fronte unico di forze conservatrici e lobbistiche – dalla Cgil ai partiti della sinistra, dall’alta finanza ai grandi giornali – che dal ’94 a oggi si è posto un unico traguardo: cancellare Berlusconi, indebolire il centrodestra sotto il profilo elettorale, calpestare la politica “nobile” anche a costo di ingessare il sistema e privare le casse dello Stato di una qualsiasi boccata d’ossigeno. La logica del “tanto peggio tanto meglio”, purché non vinca il Cav. La tecnica è sempre la stessa: spaventare la gente comune. È stato fatto ultimamente con lo spread (di cui il 90% degli italiani non aveva mai sentito parlare), è stato fatto sin dal primo tentativo di riforma delle pensioni, 17 anni fa – poi col secondo, poi ancora col terzo – sparando in prima pagina, a mo’ di choc, paroloni come indicizzazione, parametri, esborsi. Il risultato: tutti in piazza, terrorizzati dallo slogan riassuntivo “vi tagliano le pensioni”, qualche consenso rosicchiato da Pd e compagni, i sindacati soddisfatti e magari il governo “nemico” caduto, il 5 maggio di Silvio Napoleone, la Waterloo per il centrodestra.
Il problema è che oggi si paga il conto di quella scelta suicida (per il Paese) dell’opposizione e dei sindacati, peggiorata dalla crisi economica internazionale: la Waterloo è stata per tutti, specie per gli operai, gli impiegati e tutti quei lavoratori costretti a caricarsi sulle spalle le conseguenze di conti in rosso che sarebbero stati più leggeri se si fosse agito in tempo. È stato sufficiente infatti l’accorgimento del governo Berlusconi nel 2010 per ridurre il numero delle pensioni di anzianità e vecchiaia, come si legge nei dati dell’Inps, e apportare un beneficio per le casse dello Stato (senza lacrime e senza sangue). Ma anche allora si sono scatenati tutti, dal Pd alla Cgil, passando per l’Idv. Sempre loro. Sempre gli stessi. Quelli che si commuovono davanti alle lacrime della Fornero.