Sempre più senzavoce e senzalavoro
I giornalisti e i lavoratori del Secolo esprimono solidarietà per i colleghi di Liberazione, il quotidiano comunista che ha annunciato la sospensione delle pubblicazioni in vista dei tagli del contributo all’editoria. A qualcuno parrà strano, ma è solo perché la mamma degli imbecilli è molto prolifica. La ministra Fornero (quella delle lacrime per i “sacrifici”), confrontata ieri da alcuni di questi lavoratori e rappresentanti sindacali, gli ha risposto che «i giornalisti sono sempre stati vicini al potere e quindi hanno preservato i loro privilegi e ora si renderanno conto di quanto è dura la vita». Dimostrazione ulteriore – se ce ne fosse bisogno – che la signora è stata la scelta peggiore per quel dicastero, dove un minimo di comprensione del mondo del lavoro non guasterebbe. Troppo difficile per lei capire la differenza di condizione tra un direttore o conduttore Rai o un super-redattore del Repubblichiere della Sera e uno che ha un contratto di solidarietà in una piccola testata. Incomprensione e insensibilità perfettamente in linea con chi fa propaganda sui tagli alla politica (non toccando i propri privilegi acquisiti) ma li fa pagare a migliaia di lavoratori, che non sono di serie B perché lavorano negli odiati palazzi del potere. La campagna estiva del Tg3 contro la “spigola a sei euro” del Senato ha ottenuto il risultato di mandare in strada i lavoratori di quel ristorante ormai disertato. Sarebbe interessante sapere quanto sono pagati (soldi pubblici) quegli eroici giornalisti che hanno denunciato gli sprechi in cucina. Sicuramente dieci volte quello che prendeva un lavoratore della cooperativa. Che da domani prenderà zero.