Sembra “l’Unità” ma è la Treccani
Per intere generazioni di studenti, la frase che metteva fine a ogni questione era: «Consultiamo la Treccani». L’Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti fondata nel 1925 dall’imprenditore Giovanni Treccani rappresentò, sotto la guida del suo direttore scientifico Giovanni Gentile, il massimo livello del sapere sia per ampiezza che per qualità. Tutte premesse che sanno di bei tempi andati. Dal 2009 sulla poltrona dell’Istituto Treccani che è stata di Guglielmo Marconi, Luigi Einaudi e Rita Levi Montalcini siede l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, passato alla storia più per la tassa notturna sui conti correnti e per i mille euro (al giorno) di pensione che per i suoi straordinari meriti accademici. Importa poco, purché alla voce ricercata si trovi una definizione scevra da pregiudizi ideologici. Poi leggi la voce dedicata a Indro Montanelli nel 75° volume del Dizionario biografico degli italiani e trasecoli: «Indro Montanelli – si legge nella voce consultabile anche sul sito web della Treccani – ergendosi a portavoce del senso comune dell’italiano medio aveva offerto autorevolezza agli impulsi qualunquistici e anarcoidi presenti nel nostro corpo sociale. Solo quando Silvio Berlusconi s’incaricò di dare per la prima volta, nel 1994, una rappresentanza politica a questo magma informe, il Montanelli si rese conto di avere involontariamente recitato la parte dell’apprendista stregone». La voce è curata da Sandro Gerbi e Raffaele Liucci, che hanno scritto una biografia sul giornalista di Fucecchio. Ma se è per questo, ne ha scritta una anche Marcello Staglieno. E se l’ex direttore del “Secolo” è troppo di destra, dato che Liucci è anche collaboratore del “Fatto quotidiano”, tanto valeva attingere alla biografia che, di Montanelli, ha scritto Marco Travaglio. In ogni caso, per il futuro, onde evitare che la frase «Consultiamo la Treccani» diventi un modo per dire: «Facciamoci quattro risate», sarà meglio aggiungere alle voci, anche le biografie dei suoi redattori.