Notizia sensazionale: la crisi era globale
Vi ricordate quando c’era la crisi? Stati sull’orlo della bancarotta, popoli strozzati, manifestazioni e scioperi per le strade, indignazione e rabbia dilagante. Poi il governo Berlusconi è caduto e tutto è andato a posto. L’anello debole era posizionato ad Arcore, sistemato quel tassello tutto è cambiato. O no?
L’indignazione non si ferma
Che la crisi fosse italian-berlusconiana, per esempio, non lo pensano i responsabili di “Occupy Wall Street”, che hanno invaso il ponte di Brooklyn. Gli organizzatori parlano addirittura di 10.000 persone. Le autorità non l’hanno presa bene, arrestandone 250. I manifestanti, fra i quali molti studenti e sindacalisti, hanno dapprima tentato di occupare Wall Street, trovandosi di fronte un enorme schieramento di polizia, poi di tornare a Zuccotti Park, dal quale la polizia li aveva «sfrattati» due giorni fa. Infine si sono radunati a Foley Square, da dove hanno marciato lungo la pista ciclabile del Ponte di Brooklyn, senza però riuscire a bloccare il traffico. Anche a Los Angeles nelle ultime ore ci sono stati 73 arresti. E per oggi si attende a Zuccotti Park Roberto Saviano: «Parlerò di mafia, crisi e potere», ha detto.
Occupy the City
Anche a Londra, intanto, i manifestanti si danno da fare. I manifestanti di “Occupy the City” hanno occupato un ufficio vuoto della banca svizzera Ubs a Londra dove, come spiegano sul loro sito web, contano di aprire una «banca di idee» con conferenze e dibattiti aperti al pubblico. I manifestanti hanno definito l’occupazione una «ripresa di possesso pubblico» dell’edificio vacante. Una trentina di manifestanti si sono insediati nell’edificio di 4 piani un tempo occupato dalla banca. «Novemila famiglie negli ultimi tre mesi hanno perso la casa per la crisi dei mutui mentre Ubs e altri giganti della finanza siedono su vaste proprietà abbandonate. Se le banche si riprendono le case della gente, il pubblico ha diritto di riprendersi le proprietà abbandonate delle banche», ha detto Jack Holburn, uno de manifestanti.
Intanto, in Italia…
Anche in Italia, intanto, un gruppetto di esponenti del Partito pirata, indignati e Rete occupy ha protestato davanti alla sede della Borsa a Milano «contro la crisi causata dalla speculazione finanziaria, complici gli istituti di credito e le banche centrali». A Firenze, invece, gli “indignati” accampati da sette giorni in piazza Santissima Annunziata a Firenze vanno avanti, e non hanno intenzione di abbandonare il presidio. In un comunicato diffuso in rete fanno sapere di proseguire l’occupazione. Per non farsi mancare nulla hanno deciso di chiamarsi “OccupyFirenze”.
«I rischi sono aumentati»
Insomma, persino i sedicenti indignados, a suo tempo utilizzati come massa di manovra per trame politiche assai meno nobili, capiscono che di questi tempi c’è poco da stare allegri. Altro che uscita dal tunnel, altro che aria nuova. Con loro – ma il connubio, curiosamente, non è inedito – concorda anche anche il presidente della Bce, Mario Draghi, che nel suo primo intervento pubblico fuori dall’istituto ha usato parole molto poco rassicuranti per descrivere la situazione economica globale. «Ci aspettiamo – ha detto – che l’attività economica s’indebolisca in gran parte delle economie avanzate». Poi ha sentenziato: «Nell’Eurozona sono aumentati i rischi al ribasso con una attività più debole che rende moderate le pressione sui prezzi, costi e salari. È per questo che il 3 novembre la BCE ha deciso di ridurre i suoi tassi di interesse di 25 punti base, agendo in piena conformità al suo mandato di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine». Draghi ha sottolineato come «nella maggior parte delle economie avanzate si prevede un Pil più debole» per via dell’andamento «dei vari componenti della domanda aggregata». Quindi delle due l’una: o nessuno l’ha avvertito che Berlusconi si è dimesso, o il problema non era l’Italia del Cavaliere.
Spagna verso il baratro
Né, par di capire, lo Stivale berlusconizzato era la zavorra d’Europa, dato che sulle economie del continente non è che vi sia poi questa ventata di buona salute economica. Mentre lo spread Btp-Bund oscilla intorno a quota 500, infatti, quello tra i Bonos spagnoli e i bond tedeschi, dopo giorni di rialzo, ha toccato ieri quota 504 tornando sopra il livello segnato dai titoli italiani. E davanti al nuovo attacco speculativo contro la Spagna, il capo del governo di Madrid Josè Luis Zapatero ha chiesto una «risposta immediata» delle istituzioni europee.Intervenendo ad una riunione elettorale del Psoe, riferisce la stampa spagnola, il premier ha detto di rivolgersi «alla Commissione europea, cui per questo abbiamo trasferito poteri, al Consiglio europeo, cui per questo abbiamo trasferito poteri, alla Bce, cui per questo abbiamo trasferito buona parte delle competenze di ogni banca centrale». Il capo del governo di Madrid ha aggiunto che «ciò che vogliamo non è che comandino uno, duo, tre paesi, ma che comandi l’Europa». Parole da sottoscrivere, ma che messe in bocca ad altri sarebbero state criticate perché ostili all’Ue ed elusive delle responsabilità dei governi nazionali.
Tra Parigi e Berlino
Ma se la Spagna era nei guai già da tempo, la vera novità sulla lavagna dei “cattivi” dell’economia continentale è sicuramente la Francia. Nei giorni scorsi lo spread francese è andato sopra quota 200, un record da quando esiste l’euro. Parigi non ha ancora perso la tripla A, anche se giovedì scorso ha tremato per lo scivolone di Standard and Poor’s che ha declassato “per sbaglio” il rating della Francia. «Se viene abbassato il rating sono morto», avrebbe confessato Sarkozy parlando con i suoi. Nel caso andasse così, Berlusconi avrebbe comunque già un alibi, stavolta. Intanto, secondo il quotidiano conservatore britannico The Daily Telegraph, Berlino avrebbe in mente un piano per creare un Fondo monetario europeo in grado di soccorrere gli Stati dell’eurozona in preda a gravi difficoltà o crisi del debito sovrano, e di fatto ridurre significativamente la loro sovranità in politica economica e di bilancio in cambio degli aiuti. Insomma, le acque continuano ad essere agitate. Stai a vedere che la crisi era davvero globale?