«Con Coppola per pensionare la Torino vecchia di Fassino»
La sfida che sembrava impossibile tale non sembra più. A poco meno di due settimane dal voto per la poltrona di Sergio Chiamparino a Torino, la “corazzata” del centrosinistra che corre con l’ex segretario dei Ds Piero Fassino inizia a scricchiolare sotto i colpi del giovane sfidante del centrodestra Michele Coppola. Lui, trentottenne assessore regionale alla Cultura, sotto la Mole ha lanciato la sua sfida su mobilità, ricambio generazionale e lavoro alla nomenclatura che da anni amministra la città. Non a caso anche i sondaggi hanno iniziato a registrare un cambio di trend che autorizza a pensare come, dopo la Regione un anno fa, anche nel capoluogo qualcosa stia cambiando. Per questo Agostino Ghiglia – vicecoordinatore Pdl in Piemonte e capogruppo al Comune di Torino – che sta seguendo da vicino la campagna elettorale di Coppola spera in un risultato politico importante.
Ghiglia, i sondaggi su Torino autorizzano a sognare…
L’ultimo rilevamento segna una significativa flessione di Fassino per cui sì, il ballottaggio si avvicina. E sarebbe un risultato importante che confermerebbe non solo la giusta indicazione del nostro candidato ma anche il fatto che il centrodestra, e il Pdl soprattutto, si trova in ottima salute.
Quanto ha contribuito la scelta di Michele Coppola?
Tanto. Abbiamo voluto investire sulla novità rispetto al candidato di centrosinistra che rappresenta il “vecchio” per storia, per cultura e per prospettiva dato che non si discosta dal cliché del comunista d’antan. Rispetto a questo noi abbiamo voluto contrapporre un volto nuovo, un ragazzo di trentotto anni per il rilancio di una città che, tra le tante cose, ha il più alto debito pubblico, triplicato sotto la sindacatura Chiamparino. Onestamente rispetto a un “Flinstones” come Fassino – che incarna la quintessenza di un modo datato di intendere la politica, uno che ha già dichiarato se dovesse essere eletto di non voler fare più di cinque anni, non si pone cioè in una nuova visione – Coppola è una gran bella scommessa. E questo i torinesi lo stanno percependo.
Che il candidato del centrodestra sia percepito come un pericolo lo testimonia anche la storia del “clone”?
Guardi abbiamo assistito a un abominio delle regole democratiche. Avevano presentato addirittura quattro liste con lo stesso cognome di cui due cassate poi dalla Commissione. La cosa che mi sorprende di più è proprio il fatto che la lista “farlocca” con una signora Coppola sia stata accolta proprio dal terzo polo. Non ce lo saremmo mai aspettati.
All’interno della campagna elettorale sono entrati anche gli episodi di violenza: vittime sia Coppola che il Pd…
A Torino negli ultimi mesi abbiamo subito diversi attacchi ai nostri gazebo e alla sede del Pdl e ovviamente quella avvenuta il primo maggio. Ciò significa che in città c’è un clima di illegalità diffusa, alimentato dai centri sociali “tollerati” in tutti questi anni da Chiamparino che ho più volte contestato per questo motivo.
Un altro dei nodi dove Torino si gioca molto è quello dei trasporti: ossia la la Torino-Lione.
Proprio oggi (ieri, ndr) c’è stato il tavolo tecnico a palazzo Chigi tra il governo nazionale e quello regionale dove si è stabilito l’apertura dei cantieri di un’opera come l’alta velocità che per Torino diventerà una chiave di rilancio. Anche qui si registrano le contraddizioni a sinistra: perché il presidente della comunità montana è un no-Tav eletto con i voti del Pd. E qui Fassino deve sciogliere un nodo: non può indossare i panni del no-Tav in Val di Susa e quelli del responsabile nei tavoli ufficiali.
Veniamo al voto operario: quanto influenzerà?
Non penso tanto. C’è da dire che gli operai su Mirafiori, anche se di poco, si sono espressi per il cambiamento. Questo è un segnale da non sottovalutare.
Il sì al referendum all’ex Bertone è una vittoria?
Noi abbiamo fatto propaganga attiva per il sì sin dai tempi di Mirafiori. Sarebbe stato assurdo perdere tutti questi posti di lavoro per le posizioni di qualche sindacalista…
A proposito di Fiat. In questa campagna elettorale si gioca anche una battaglia immaginaria: da una parte Fassino che parla di “Gran Torino”…
È davvero tutta qua la sfida. Fassino parla di una macchina degli anni ’70 costruita a Detroit. Noi vogliamo dei nuovi modelli Fiat costruiti a Torino.
Un’ultima cosa. Quanto è importante, per il Pdl, questa tornata elettorale in chiave interna: ossia nel confronto con la Lega che è riuscita a esprimere un presidente della Regione…
Direi che è fondamentale. Perché qui viviamo una esperienza significativa grazie a un buon rapporto con il governatore Cota di cui abbiamo contribuito all’elezione con oltre i due terzi dei voti. Per cui, in una sana competizione con il nostro miglior alleato, ci teniamo a mantenere il Pdl come il primo partito della coalizione.