Media sempre più ignoranti: Westminster non ha bocciato la Brexit, ma la Ue…

16 Gen 2019 19:15 - di Antonio Pannullo

Incredibile il comportamento della grande stampa italiana,che o non ha capito, o più probabilmente strumentalizza per scopi politici il voto del parlamento inglese contro l’accordo sulla Brexit proposto dal premier Theresa May e sonoramente bocciato. Sui giornali e nei soliti talk-show la sinistra si è affrettata a dire che il parlamento ha bocciato la Brexit, ossia il libero referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Ue, mentre è vero l’esatto contrario: i parlamentari, soprattutti i conservatori, hanno ritenuto che i termini dell’accordo con Bruxelles stipulati dal governo inglese, non garantissero abbastanza gli interessi dei sudditi di Sua Maestà, e perciò l’hanno respinto. Tutto qui. Nessun terremoto, nessuna catastrofe, tanto è vero che le Borse internazionali se ne sono fregate del voto inglese: Milano ha addirittura chiuso molto bene. Quella che la sinistra, non solo inglese, sta cercando di fare è di delegittimare il libero voto popolare sulla Brexit e arrivare in un modo o nell’altro a un secondo referendum, secondo i metodi della Ue: si vota e si vota finché non si approva, così come fu fatto per approvare la Costituzione europea, bocciata in un primo tempo in diversi Paesi membri.

Sulla Brexit le posizioni si sono radicalizzate: destra sì, sinistra no

La verità è che il problema della Brexit, e quindi della Ue, è che le posizioni si sono radicalizzate: anziché tentare di cambiare i meccanismi, individuando le criticità di questa Ue, si tende a demonizzare chiunque la critichi, e la Brexit è proprio uno dei risultati. Bruxelles non ha imparato nulla da questa severa lezione, né da quelle norvegese e islandese, ma sta cercando di invalidare il regolare referendum del 2016 che ha visto il popolo inglese ribellarsi. Lo stesso in Italia: i pro-Brexit e gli euroscettici sono visti come nemici del popolo, traditori di non si sa quale alto ideale, per cui non si cerca di capire le loro ragioni ma si additano come eresiarchi. Il sisma-Brexit in realtà è stato avvertito più sulla terraferma che sull’isola: è l’Europa e l’Italia che si sono stracciate le vesti per mesi, propalando false notizie di immani catastrofi e crisi qualora avesse vinto. Ha vinto, Londra è fuori, e le cose non sono peggiorate per l’europa. Per il regno Unito sono addirittura migliorate. Dice bene chi della Brexit fu l’ispiratore: “Il popolo britannico è fatto di gente molto pacifica e rilassata, ma vi assicuro che, se si esagera, allora diventa un leone che ruggisce e contrattacca: saremo ancora più combattivi se dovremo affrontare un secondo referendum e lo vinceremo con una maggioranza più ampia”. Lo dice l’ex leader dello Ukip Nigel Farage, intervenendo nella plenaria dell’europarlamento a Strasburgo. “Dite che non c’è sostegno per il no deal – continua rivolto al vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans – ma dicevate che non c’era sostegno neppure per la Brexit”. Una hard Brexit “a che prezzo, dite? La libertà. Ma dubito che accadrà. Perché c’è una tradizione qui, come è accaduto in Danimarca e Irlanda, a far votare la gente due volte”. Per Farage, “potremo benissimo finire a correre nelle prossime elezioni europee. E ci batteremo. E se il tradimento diventa completo e saremo costretti a votare in un secondo referendum, potreste avrete una grossa sorpresa”, conclude.

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