FdI in aula attacca Conte: «Una supercazzola sulle sanzioni alla Russia»

11 Dic 2018 18:49 - di Redazione

«Una supercazzola degna del Conte Mascetti». Così il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro ha definito l’intervento del premier Giuseppe Conte sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre. «Sulle possibili sanzioni alla Russia – ha ironizzato il capogruppo di FDI in commissione Esteri – non abbiamo ancora capito se Conte in Europa sarà il presidente del Consiglio della Lega e quindi sarà contrario alle sanzioni o se invece sarà il presidente del Consiglio del M5S e quindi sarà favorevole alle sanzioni». Ma in una mattinata che ha visto tutte le forze politiche prendere la parola in aula, le sanzioni a Putin non sono state l’unica parte del discorso che non è piaciuta a FdI secondo cui il premier si appresta a partire per Bruxelles «come un questuante con il cappello in mano» e lo fa non per chiedere di sforare il 3% di Pil per una manovra che consente all’Italia di crescere bensì per una spesa improduttiva come il reddito di cittadinanza. Questo – ha sentenziato Delmastro – non è sovranismo economico né populismo ma è semplicemente pezzentismo economico. In passato – ha aggiunto – abbiamo sentito più volte Conte raccontare della necessità di una migliore redistribuzione dei flussi migratori ma da allora di questa storia non ne abbiamo più saputo nulla». E anche sull’operazione Sophia le visioni politiche sono distanti, con il presidente del Consiglio che dice che «andrebbe aggiornata» e con FdI che invece sostiene che «dovrebbe passare alla fase 3, quella cioè che prevede la disarticolazione della sanguinaria tratta di esseri umani che avviene nel mar Mediterraneo». Non è mancata poi una stoccatina alla Guardia Costiera libica, rea finora di essersi «contraddistinta più per aver bloccato un peschereccio italiano che non per aver contrastato l’immigrazione clandestina». Sempre l’immigrazione è stato uno dei passaggi affrontati dal capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida che ha voluto ribadire come «questo governo sul piano internazionale fa l’esatto contrario di quello che gli amici della Lega hanno raccontato ai nostri elettori. Non è con le chiacchiere in favore di telecamera – ha aggiunto in tono polemico – che si difendono l’Italia e i suoi confini, ma con azioni concrete e coerenti con quanto indicato dai cittadini lo scorso marzo. E per il momento, sul Global compact, l’unico atto d’Aula è stato quello proposto da FdI e che ha visto la Lega schierarsi con la sinistra e con la Boldrini oltre che con il M5S». «Non possiamo più accontentarci delle dichiarazioni di principio», ha detto Carlo Fidanza. «Non possiamo accontentarci più nemmeno delle tante parole che sono state dette e scritte da questo esecutivo: i rimpatri devono diventare qualcosa di effettivo. L’Italia e il suo governo si devono impegnare per ottenere un fondo europeo per i rimpatri e per renderli finalmente concreti, consentendo così di allontanare dal nostro territorio centinaia di migliaia di irregolari. Spero che la frequentazione del premier Conte con alcuni suoi omologhi europei possa rivelarsi utile», ha ironizzato l’ex europarlamentare che poi ha invitato il presidente del Consiglio «a chiedere al suo omologo della Polonia, dell’Ungheria, della Repubblica Ceca, della Slovacchia, dell’Austria, della Bulgaria, della Croazia, forse anche quello dell’Estonia e della Danimarca, per quale motivo non hanno voluto firmare il Global Compact».

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