Maturità, via anche la tesina. Bussetti bacchetta i prof: «Evitate i social»

24 Ott 2018 17:09 - di Natalia Delfino

La tesina all’esame di maturità 2019 non ci sarà. Lo ha detto il ministro Marco Bussetti nel corso di un’intervista rilasciata a Studenti.it, durante la quale il titolare dell’Istruzione ha parlato della riforma ancora in itinere dell’esame di Stato, ma anche di orientamento, scuola e università.

Bussetti ha esortato a non avere timore della maturità che verrà, perché «al centro dei cambiamenti c’è il rispetto per il percorso svolto dagli studenti». «Deve essere premiato il loro lavoro, la loro esperienza a scuola», ha detto il ministro, rivendicando come successi del governo l’impegno in materia di sicurezza degli istituti scolastici, l’eliminazione della chiamata diretta dei docenti, interventi sull’esame di maturità e sull’alternanza scuola-lavoro. Bussetti si è poi soffermato sul tema del rapporto docenti-studenti, sottolineando che «rispetto l’autonomia dei professori, ma personalmente sono contrario ai contatti sui social tra studenti e professori, perché il rispetto reciproco passa anche attraverso certi atteggiamenti e certe scelte». Nel corso del colloquio con Studenti.it, il ministro è anche tornato sul tema dell’ingresso alla facoltà di medicina, per la quale si era parlato di una abolizione del numero chiuso, notizia poi smentita. «Abbiamo bisogno di medici a medio lungo termine, e questo lo faremo aumentando non tanto i posti disponibili per entrare a medicina, che comunque aumenteranno, ma soprattutto aumentando le borse di specializzazione, perché è lì che dobbiamo incidere prioritariamente», ha detto il ministro, aggiungendo che «i test devono essere rivisti perché devono aderire alla figura del medico del futuro».

È stato invece in audizione in Commissione attività produttive alla Camera che il titolare dell’Istruzione ha anticipato che presto arriveranno le linee guida per l’alternanza scuola- lavoro. «L’alternanza scuola-lavoro non deve essere antitetica al percorso scolastico», ha detto il ministro sottolineando però che, anche con l’arrivo delle linee guida, «le istituzioni si possono costruire percorsi personali». «Ritengo che esperienze didattiche altamente formative, svolte in partnership con le aziende del territorio o con gli enti locali, possano e debbano rappresentare un modo di fare scuola concreto e attualissimo», ha detto Bussetti, spiegando di aver «rivisto in tal senso i parametri relativi alle ore minime da svolgere in alternanza»: 90 ore per i licei, 150 ore per gli istituti tecnici e 180 ore per gli istituti professionali.

Commenti

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  • Laura Prosperini 25 Ottobre 2018

    per eliminare i sospetti (anzi la quasi certezza) della gestione “baronale” dei posti d’ingresso all’Università
    OCCORRE da subito togliere il numero chiuso
    che finisce non per premiare il merito ma …le conoscenze e le raccomandazioni!!!
    La selezione deve avvenire sul campo, i più bravi si faranno valere, gli altri vanno aiutati chi è sfaticato fuori.
    Niente baronie radical schic che detengono il potere e le “chiavi d’ingresso” per le facoltà a numero chiuso
    facendo passare solo i compagni di merenda (della stessa appartenenza politica) creando vere e proprie cooperative di pensiero unico
    e trasmettendo insegnamenti, a volte, ignobili, e facendo comprare dei testi schieratissimi e ridicoli.
    NO AL NUMERO CHIUSO
    non importa se i professorini radical che devono poi andare a fare consulenze d’oro
    non vogliono aumentare gli studenti perchè questo richiederebbe loro maggior lavoro da dedicare all’Università e non al mercato delle consulenze.
    Il Governo non dovrebbe farsi trascinare sulla strada dei costi (come fanno tutti gli euristi)
    si dotano tutte le Università Italiane (in relazione al numero di studenti) di maggiori risorse economiche e di personale (creando lavoro!!!)
    Non importa (niente) se le Università private si vedrebbero costrette a porre rimedio (se gli studenti vanno alle pubbliche senza numero chiuso)
    potranno avvantaggiarsi di quelli che fanno fatica alle pubbliche (come è più connaturato alle private).
    VOGLIAMO ELIMINARE IL NUMERO CHIUSO
    e creare nuove generazioni di giovano laureati bravissimi, qualificati e contenti di aver potuto scegliere la facoltà che desideravano!!!