Oms choc: smog e acqua non potabile uccidono 1,7 milioni di bimbi l’anno

6 Mar 2017 10:15 - di Lara Rastellino

Il duro prezzo pagato al progresso industriale si chiama inquinamento. Un killer che, stando agli inquietanti dati diramati dall’Oms, ucciderebbe almento 1,7 milioni di bimbi all’anno. Dunque, «più di una morte su 4 fra i bambini sotto i 5 anni è attribuibile a un ambiente insalubre»: secondo i  dati shock diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità. Smog e  inquinamento indoor, fumo passivo, acqua non potabile, carenza di  servizi igienico-sanitari e igiene inadeguata: sono i rischi  ambientali che, secondo due nuovi report dell’Oms, rubano le vite di molti, moltissimi bambini…   

Inquinamento killer: la denuncia dell’Oms

Il primo documento (Inheriting a Sustainable World: Atlas on  Children’s Health and the Environment) è una sorta di «atlante» sulla  salute infantile e l’ambiente, in cui si rileva che una grande parte delle più comuni cause di morte tra i piccoli che hanno da un mese di vita fino a 5 anni – diarrea, malaria e polmonite –sarebbe  prevenibile con interventi noti per la capacità di ridurre il rischio ambientale, dall’accesso all’acqua sicura ai combustibili di cottura puliti. Dunque, «un ambiente inquinato è letale in particolare per i bambini più piccoli», sottolinea Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, spiegando che «i loro organi e sistema immunitario in via di  sviluppo e le vie respiratorie, e in generale il corpo, più piccoli, li rendono particolarmente vulnerabili all’aria e all’acqua sporche». Non solo: a quantio si deduce dal report e dalle ulteriori delucidazioni verbali aggiunte in calce alla sua presentazione, le esposizioni dannose possono iniziare nel grembo materno e aumentare il rischio di parto prematuro. Inoltre, quando i neonati e i bambini in età prescolare sono esposti all’aria inquinata, sia outdoor che indoor, e al fumo passivo, hanno un aumento del rischio di polmonite durante l’infanzia, e per tutta la vita un aumento del rischio di malattie respiratorie croniche, come l’asma. E, infine, va considerato anche il fatto che l’esposizione all’inquinamento atmosferico può anche aumentare il rischio permanente di malattie cardiache, ictus e cancro.

Le prime 5 cause di morti dei più piccoli

Un quadro devastante che non si limita a denuce e avvertenze. Il report dell’Oms, infatti, o meglio – un secondo documento, un report di accompagnamento all’indagine principale – stila anche una significativa top 5 delle cause di morte legate all’ambiente negli under 5, fornendo una panoramica completa dell’impatto  dell’ambiente sulla salute dei bambini e spiegando la portata della sfida che urge affrontare. I dati permettono di stilare allora una drammatica classifica delle prime 5 cause di morte fra i più piccoli, legate all’ambiente. E allora, ogni anno, riferiscono gli autori del rapporto Oms, 570.000 bambini sotto i 5 anni muoiono per infezioni respiratorie, come la polmonite, attribuibili all’inquinamento dell’aria interna ed esterna e al fumo passivo; 361.000 muoiono a causa di diarrea, risultato di scarso accesso ad acqua pulita e servizi igienici; 270.000 muoiono durante il loro primo mese di vita per condizioni, tra cui la prematurità, che  potrebbero essere evitate attraverso l’accesso ad acqua non contaminata e servizi igienici nelle strutture sanitarie e attraverso la riduzione dello smog; 200.000 sono i decessi per malaria che potrebbero essere evitati attraverso azioni ambientali, come la riduzione dei siti di riproduzione delle zanzare o la copertura degli stoccaggi di acqua potabile; e infine 200.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di lesioni involontarie attribuibili all’ambiente, come avvelenamenti, cadute e annegamenti. «Un ambiente inquinato si traduce in un pesante tributo pagato dai nostri figli in termini di salute», ha quindi concluso Maria Neira, direttore Oms nel Dipartimento di sanità pubblica, ambiente e determinanti sociali della salute. «Investire nella rimozione dei rischi ambientali, come il miglioramento della qualità delle acque o l’utilizzo di carburanti più puliti, si tradurrà in benefici per la salute di massa». 

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