Poletti sarà contento: in forte aumento i giovani che se ne vanno dall’Italia

10 Gen 2017 11:47 - di Fortunata Cerri

«È bene non averli tra i piedi», le parole-scandalo del ministro Poletti. Ora sarà soddisfatto perché negli ultimi dieci anni c’è statoun boom dei cervelli in fuga. Gli italiani che vivono all’estero, alla data del primo gennaio 2016, sono 4,8 milioni. Rispetto al primo gennaio del 2006, quando risultano essere 3,1 milioni, sono aumentati del 54,9%. L’identikit delle persone che hanno lasciato il Belpaese non ha sesso (uomini e donne sono quasi fifty-fifty). Non ha età (la distribuzione è omogenea tra le quattro fasce). Ed è difficile da individuare per tipologia di famiglia (single, in coppia, con o senza figli non fa differenza). L’unica caratteristica distintiva è il titolo di studio. Chi ha deciso di uscire dai confini nazionali, in nove casi su dieci, è munito di una laurea. Il profilo dell’italiano emigrato è stato ottenuto dall’incrocio dei dati Istat, Censis e Aire, elaborati dall’Adnkronos. Erano state proprio le dichiarazioni di Poletti a portare il Senato a chiedere un’informativa.

Cervelli in fuga, l’identikit del Censis

Dall’identikit disegnato dal Censis emerge che nella valigia, gli italiani che vanno all’estero, mettono quasi sempre un titolo di studio universitario. Nell’89,5% dei casi ha una “laurea e oltre”. Inoltre la maggior parte riesce a farne buon uso. Infatti l’89% ritiene il tipo di contratto di lavoro adeguato al titolo di studio. Inoltre il tipo di impiego svolto, nel 72,2% dei casi, è permanente. Secondo i dati dell’Anagrafe italiani residente all’estero, aggiornati al primo gennaio 2016, gli iscritti all’Aire sono 4.811.163 pari al 7,9% della popolazione residente in Italia. Oltre la metà degli emigrati, pari a 2,5 milioni, risiede in Europa (53,8%), mentre più di 1,9 milioni vive in America (40,6%). La provenienza dei migranti made in Italy, nella metà dei casi (50,3%), è il mezzogiorno.

L’analisi dell’Istat

Esaminando i dati Istat sull’evoluzione degli espatri nel periodo 2005-2014 emerge che si è passati da 41.991 unità a 88.859 unità. L’incremento è del 111,6%. Nello stesso periodo i rimpatri sono diminuiti del 21,6% passando da 37.326 del 2005 a 29.271 del 2014. Il saldo, cioè la differenza tra chi parte e chi torna, era negativo per 4.665 unità nel 2004 ed è arrivato a -59.588 unità nel 2014, con un incremento del 1.177,3%. Analizzando i dati raccolti si arriva alla conclusione che l’incremento degli italiani emigrati non è dato solo dall’aumento delle persone che partono. Ma anche dalla riduzione di quelle che tornano.

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