Elogio dell’intolleranza: cosa sarebbe accaduto senza il politically correct

25 Nov 2016 16:05 - di Carlo Ciccioli

Il secolo scorso, il ‘900, dopo la catastrofe umanitaria conseguente alle due guerre mondiali, si è caratterizzato in tutta la sua seconda parte per la conquista della tolleranza e del garantismo ad ogni costo. Questo è stato il pensiero prevalente di tutte le aree culturali, qualunque fosse la loro radice. Così che il diffondersi dell’idea di tolleranza ha reso spavaldi tutti gli intolleranti e soprattutto ha fatto crescere smisuratamente e ha protetto le culture ed i movimenti a forte aggressività, a cui ha dato la massima garanzia di azione.

La tolleranza verso le Primavere arabe

Probabilmente una impostazione diversa, più severa, non avrebbe fatto crescere il terrorismo, l’Isis e avrebbe risparmiato migliaia di morti in tutto il mondo, a cominciare dai cittadini americani uccisi nell’attentato delle due Torri per finire ai tragici fatti di Parigi e Bruxelles. La tolleranza verso i movimenti delle cosiddette Primavere Arabe, ma anche dei comportamenti migratori selvaggi ed interni negli Stati ad elevato benessere e struttura sociale, ha minato la relazione stessa di convivenza tra le persone. Ma la vulgata diffusa è che sia ragionevole comportarsi così. Questa è l’altra faccia della tragedia, anche umanitaria. Non scomodiamo l’Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, per sostenere “l’insostenibile”, che però è assolutamente vero, ma guardiamo in faccia alle cose come realmente stanno.

L’evoluzione dei regimi totalitari

L’estrema tolleranza verso uno Stato o un Movimento politico aggressivo determinano dinamiche che sfoceranno presto in un conflitto. Ne è stato un esempio l’evoluzione dei regimi totalitari nel primo dopo-guerra europeo. Se ci fosse stato minore tolleranza, allora forse sarebbe stato un bene per tutti, sia per quelli che tolleravano troppo e subivano che per quelli che invece osavano troppo e imponevano, con conseguenze fatali. L’estremo garantismo nei confronti di criminali, malfattori o semplicemente sopraffattori conduce al delitto, si tratti esso di spacciatori, poichè viene tolleraro l’uso delle sostanze, o protettori, poichè viene garantito l’esercizio pubblico della prostituzione, o venditori abusivi poichè vengono loro garantiti sovrabbondanti spazi di guadagno con l’illegalità diffusa ed i marchi contraffatti. E l’azione criminosa impunita a lungo, ad “inizio carriera”, determina la crescita del pregiudicato incallito che alla fine compirà azioni criminali eclatanti. Che dire allora dei migliaia di mafiosi e camorristi, pluri-arrestati che vengono immediatamente scarcerati e rimessi in libertà per agire nuovamente e con più esperienza. Che dire di centinaia di migliaia di immigrati clandestini che vengono lasciati allo sbando e necessariamente per vivere devono delinquere in modo quotidiano e diffuso, determinando il degrado complessivo del vivere sociale, quando magari non intenzionalmente arrivano al ferimento e all’omicidio, spesso anche di loro simili. Che dire dei comportamenti intollerabili di violenza, di fidanzati, mariti ed ex mariti verso le donne, o di genitori violenti verso i figli, o di figli violenti verso i loro genitori o fratelli. Tutti casi conosciuti e più volte segnalati ma che vengono lasciati fino all’estremo alle loro prevedibilissime e talvolta drammatiche conclusioni. E’ possibile che uno ruba a manbassa, truffa, rapina, ferisce, uccide e poi torna libero poco dopo magari per la teoria del “perdono” senza limiti e della “misericordia”. Anche se da sempre le Sacre Scritture prevedevano anche il castigo.

Le conseguenze degli atti tollerati

La prima parte di questo nuovo secolo è tutta segnata dalle conseguenze degli atti tollerati, l’alba del nuovo millennio si apre proprio nel 2001 con l’attentato alle due Torri e con i suoi 4 mila morti, vittime di una banda di terroristi islamici, ma ancora di più della cultura tollerante. E di lì a seguire. I prossimi anni invece saranno caratterizzati dalla reazione dei tolleranti che non ne possono già più dei cattivi comportamenti tollerati. Faccio un esempio piccolo ma significativo. La tolleranza nei confronti dei campi rom e degli extra-comunitari, prevalentemente clandestini, intorno alla periferia di Roma ha determinato la necessità di rifare gli interi impianti elettrici e di illuminazione sul raccordo anulare. Spesa per l’Anas di 16 milioni di euro per lavori in corso e 9 milioni di euro da stanziare per completare le opere. Questo perchè nel corso degli ultimi tempi sono stati completamente asportati il rame e le condotte della rete elettrica, con un ricavo per i criminali valutato intorno ai 5 milioni di euro ma con un danno alle casse pubbliche di 25 milioni che sarebbero potuti servire per sostenere imprese o nuove opere pubbliche di tipo sociale quali manutenzioni alle scuole, rivoveri per anziani, case popolari. Va bene tutto questo? Per gli intellettuali ed i cultori del politicamente corretto si, per i cittadini onesti e per bene, per gli umili lavoratori, per le persone in difficoltà economiche certamente no. E’ tollerabile la difesa solo dei diritti finanziari, delle Banche, dei diritti speculativi, della concorrenza o non hanno più diritti i popoli, i ceti medi, i lavoratori precari e le fasce deboli? E’ più importante rispettare le regole dei bilanci degli Stati o la sostanza della qualità della vita delle persone? E nella scomposizione delle categorie politiche e culturali è più importante la politica della rappresentanza o la politica delle burocrazie e dell’elite culturali, intellettuali, dello spettacolo, degli affari e dei mezzi di comunicazione? Per noi di Destra la risposta è scontata, siamo con i popoli contro il dominio di manipolatori dei sistemi economici, politici e culturali. Meglio Putin e Trump con i loro comportamenti politicamente scorretti e disinvolti piuttosto che l’ipocrisia dei vari coniugi Clinton, Obama, Hollande, Merkel, Junker, Renzi e bella compagnia.

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