La nuova mappa della pericolosità sismica in Italia: ecco le zone a rischio

3 Set 2016 18:48 - di Ginevra Sorrentino

Quando ancora non si è finito di contare le vittime del terribile sisma del 24 agosto, che ha coinvolto e stravolto Lazio, Marche e Umbria. Proprio mentre nell’aria la nube di polvere generata dai crolli e pietrificata nelle macerie è costantemente negli occhi di tutti; mentre idealmente continua a deflagrare il suono di quel terrore e si rinnovano le immagini della catastrofe. Mentre la macchina dei soccorsi e la lunga mano della solidarietà continuano a lavorare senza tregua e con il dolore ancora vivido nel cuore e nella mente di un Paese intero, non ancora tranquillo per il perpetuarsi dello sciame sismico in continue scosse di assenstamento di entità variabile, esperti del settore e tecnici specializzati annunciano l’arrivo a breve – tra la fine dell’anno e l’inizio del 2017 – della nuova mappa della pericolosità sismica in Italia. Un documento indispensabile che aggiornerà le acquisizioni attuali, che risalgono al 2004, e che arricchirà il già notevole bagaglio di conoscenze con la ragguardevole quantità di informazioni e dati raccolti nell’arco di 12 anni.

La nuova mappa dell’Italia sismica

«La nuova mappa è il risultato del lavoro coordinato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e che coinvolge una comunità scientifica molto ampia», ha detto il sismologo Carlo Meletti, dell’Ingv. I ricercatori coinvolti nella messa a punto della nuova mappa sono 150 e, oltre che dall’Ingv, provengono da università, Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (Ogs) e Ufficio Geologico della Regione Emilia Romagna. Quella che la comunità scientifica si prepara a presentare alla Commissione Grandi Rischi e alla Protezione Civile è una foto più dettagliata dell’Italia sismica.

Dati migliori, più numerosi e più affidabili

«La mappa attuale non verrà stravolta, ma ci aspettiamo un disegno più dettagliato e una risoluzione migliore rispetto a quella attuale: potranno esserci piccole differenze, ma le zone sismiche non cambiano», ha osservato Meletti. Rispetto a quella del 2004, la nuova mappa contiene «molti dati in più, migliori e più affidabili» basati sui risultati di 12 anni di studi sulla conoscenza delle faglie e su nuove ricerche di archivio. Queste, per esempio, hanno permesso di arricchire di ben 2.000 terremoti il Catalogo dei terremoti storici, che comprende un periodo di mille anni.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *