Un libro fotografico ci racconta quando la Somalia era felix. E fascista

10 Giu 2016 16:05 - di Antonio Pannullo

Quando la Somalia era Felix, non invasa e oppressa dai fondamentalisti islamici o dai signori della guerra. È uscito recentemente per i tipi della Eclettica l’interessante volume Viaggio nella Somalia italiana – La visita del Principe Umberto di Savoia nelle fotografie ritrovate di Carlo Pedrini, di Alberto Alpozzi (già autore di Il faro di Mussolini, premio Hombres 2015). Un’importante testo storico, con un’incredibile apparato fotografico che oggi, trascorsi i 70 anni dalla morte di Carlo Pedrini, fotografo del Governo che seguì la visita del principe, possono essere pubblicati per la prima volta e svelare la storia coloniale italiana mai raccontata: decine di aziende agricole, modernissime dighe, centinaia di chilometri di canalizzazioni, studi sperimentali, migliaia di ettari di deserti resi fertili, industrie, fabbriche e ancora scuole, parchi gioco, teatri e cinema in una nazione in pace.

La Somalia nei ricordi di Maria Gabriella di Savoia

Nell’introduzione Maria Gabriella di Savoia scrive: «Somalia, Mogadiscio, Villabruzzi e tanti altri luoghi lontani dalla memoria d’Italia e della mia famiglia. In quel paese, oggi purtroppo sempre in guerra, oggi contro il terrore islamico di Al-Shabab, i Savoia hanno fatto costruire nuove città, strade, fabbriche, scuole, allevamenti, hanno promosso la pesca. Molte di queste realizzazioni hanno portato per anni i nomi dei miei nonni, zii e genitori. Nel gennaio del 1928, mio padre, allora Principe di Piemonte s’imbarcò a Taranto per la Somalia dové restò per quasi un mese. La Fondazione da me creata nel 1986 in ricordo dei miei genitori e ad essi intitolata, non raccoglie una grande documentazione sul periodo coloniale; solo qualche libro ed alcuni album fotografici. Sarò pertanto felice di arricchire la collezione con questa pubblicazione realizzata da Alberto Alpozzi grazie ad un complesso lavoro di ricerca documentale e d’immagini del fotografo Carlo Pedrini che ebbe il compito di seguire la visita di mio padre in Somalia. Nella raccolta di foto il protagonista non è solo il Principe di Piemonte ma l’Italia tutta che, con la sua generosità e capacità creativa, ha saputo lasciare un ricordo positivo presso quei popoli che per anni hanno lavorato stando al nostro fianco nello sforzo di creare una nazione moderna e produttiva. Le immagini sono quindi un patrimonio della nazione italiana, cui la storia della mia famiglia s’intreccia e culmina con la sua Unità. Quella Storia che non si può cambiare ne asservire a qualsivoglia ideologia in quanto costituisce il simbolo dell’identità nazionale. Come custode della memoria di Casa Savoia, voglio terminare riportando una frase che mio padre ripeteva a chi, credendo di compiacergli, si mostrava critico verso il nostro paese: “La gente passa, l’Italia resta”».

La capitale della Somalia Mogadiscio era bellissima

La nuova ricerca svolta dal fotoreporter torinese si è concentrata sulla visita dell’allora Principe di Piemonte Umberto di Savoia svolta nella Somalia italiana. Era il 28 febbraio 1928 quando il giovane Principe sbarcò a Mogadiscio per rimanervi quasi un mese e da allora quel viaggio è come caduto nel limbo, dimenticato, ma Alpozzi grazie ad un complesso lavoro di ricerca documentale e d’immagini del fotografo Carlo Pedrini che ebbe il compito di seguire la visita, ha ricostruito giorno giorno, e spesso anche ora per ora le singole tappe del viaggio che si svolse durante il governatorato di Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon. Un libro dai contenuti storici mai divulgati sino ad oggi: una testimonianza fotografica inedita e unica che attraverso le immagini ufficiali del Regio Gabinetto Foto Cinematografico ci fa scoprire un mondo scomparso: la “perla dell’Oceano Indiano” Mogadiscio, con la più grande Cattedrale di tutta l’Africa Orientale inaugurata il 1° marzo, la penisola di Hafun con l’avveniristica teleferica delle saline più grandi del mondo, la prima (e ultima) ferrovia della Somalia che trasportava merci e persone al Villaggio Duca degli Abruzzi e il pericoloso Capo Guardafui con il nuovo faro Crispi, protagonista appunto del libro Il faro di Mussolini.

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