Auguri Tolkien! In tanti rendono omaggio al padre della fantasy

3 Gen 2016 18:35 - di Bianca Conte
Tolkien

Esattamente il 3 gennaio del 1892 nasceva John Ronald Reuel Tolkien, scrittore, filologo, linguista e fondatore di un metalinguaggio, di una nuova forma di epica romanzesca che, da Il Signore degli Anelli in poi, la sua conosciutissima cosmogonia fantapolitica, ha istituzionalizzato culturalmente una scrittura meta-letteraria fino a quel momento senza precedenti. Un’estetica, quella di Tolkien, che ha profondamente e poliedricamente innovato il linguaggio letterario e favolistico, e da cui si fa partire la forma più compiuta della successiva produzione fantasy.

L’attualità di Tolkien

Tutte cose che sappiamo e a proposito delle quali, tra vecchie polemiche e nuovi spunti – apportati da riconoscimenti tardivi e vecchie detrazioni all’annoso dibattito sulle allegorie politiche e religiose delle opere di Tolkien – ci si è spesso confrontati su queste pagine. E allora, quello che oggi ci preme rimarcare, nella ricorrenza di questo ultra centenario anniversario della nascita del grande autore,è la sconvolgente attualità del pensiero tolkeniano: una dote che anche a distanza di decenni continua a imprimere alla sua statura di letterato, alla sua intera produzione letteraria, una sorprendente contemporaneità. Un riflesso intramontabile, il suo, che non abdica al tempo e che continua a condizionare gli epigoni attivi nel suo solco culturale. E allora, si è parlato spesso del “Pantheon” di autori e di miti della destra: inevitabile, in questo contesto, riconoscere che proprio in quel prestigioso immaginario di firme e talenti soprattutto Tolkien abbia occupato un posto di rilievo assoluto, e non solo in quanto creatore della saga intitolata al Signore degli Anelli e al popolo degli Hobbit, pietra miliare del genere fantasy, ma proprio in quanto personalità innovatrice capace di declinare alchemicamente a formule originali, valori di sempre. Generando una fusione mai omologante ma, semmai, la organica assimilazione delle varie componenti in una compagine eterogenea.

L’insegnamento delle alleanze trasversali

Chiaro, allora, tanto per fare un ragionamento a ritroso che possa essere valido anche per il futuro – proprio come le intramontabili opere di Tolkien – come e perché, soprattutto nel corso degli anni Ottanta del ‘900, la Destra che si volle “nuova” abbia attinto a piene mani al mondo fantastico creato dal glottologo e filologo nato il 3 gennaio 1892 a Boemfontein: basterà ricordare i Campi Hobbit che cementarono un’intera generazione intorno a quei miti recenti e a iniziative editoriali come La Roccia di Erec e La Contea. Quali i motivi di una simile fascinazione? In estrema sintesi, lo spirito eroico, la consapevolezza di rappresentare un mondo assediato, la possibilità di mettere insieme componenti ideali e modelli di vita fino ad allora, in apparenza, inconciliabili, come gli Elfi, i Nani, gli Hobbit e gli Uomini, simboli ante litteram di potenziali, eppure impensabili, alleanze trasversali. Che la strada della riunificazione delle varie anime della destra in una casa comune possa ripartire dall’insegnamento tolkeniano?

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