Ebola, un nuovo caso in Sierra Leone: il virus si annida nei sopravvissuti

15 Gen 2016 15:31 - di Giulia Melodia

L‘Ebola torna a minacciare l’Africa. A poche ore dall’annuncio dell’Oms, che ha appena certificato la fine dell’epidemia nelle zone calde in cui il virus è apparso e a seguito di un rapido contagio ha ucciso, è stato riscontrato un nuovo caso della malattia in Sierra Leone, dove il test effettuato su una donna morta nel nord del Paese ha dato esito positivo. A riferirlo è Frances Langoba Kelly, portavoce dell’organismo di controllo del governo.

Ebola, nuovo caso in Sierra Leone

Si riaccende un nuovo focolaio, e come già per i tantissimi casi precedenti, anche quest’utlimo viene confermato dall’Oms con un comunicato stampa. Non solo: secondo quanto riportato dalla Bbc la paziente in questione è morta pochi giorni fa mentre si trovava nel distretto di Tonkolili dopo un viaggio da Kambia, vicino al confine con la Guinea, dove è iniziata l’epidemia. Ma, se è vero che la Sierra Leone era stata dichiarata virus free dall’Oms lo scorso 7 novembre, è altresì vero che, appena 24 ore fa l’organizzazione aveva ribadito che sono comunque possibili nuovi focolai nei prossimi mesi, dovuti al fatto che il virus ha la particolarità di rimanere per diverso tempo “nascosto” nell’organismo dei sopravvissuti, e per questo motivo un contingente di esperti è rimasto a controllare il territorio nei tre paesi colpiti. Come noto l’epidemia, letteralmente esplosa nel dicembre 2013, ha provocato oltre 11.300 morti, di cui quasi 4000 solo in Sierra Leone.

Il virus si annida nei sopravvissuti

L’Oms e le autorità della Sierra Leone stanno investigando sul nuovo caso di Ebola che si è verificato nel paese all’indomani della dichiarazione di fine epidemia, pur avendo comunque ribadito la probabilità «che nei prossimi mesi ci siano altri focolai di questo tipo, dovuti alla persistenza del virus nell’organismo dei sopravvissuti». «Il governo della Sierra Leone ha agito rapidamente per rispondere a questo nuovo caso – si legge in una nota dell’esecutivo locale –. Un team congiunto di autorità locali, Oms e altri partner, sta investigando sulle origini del caso, identificando i contatti e iniziando le misure di sicurezza per prevenire future trasmissioni. Ora siamo in un periodo critico, ci siamo mossi dal trattare casi e pazienti ad occuparci del rischio residuo di nuove infezioni – ha spiega Bruce Aylward, l’inviato dell’Oms per l’emergenza –. Ci aspettiamo altre “fiammate”, e dobbiamo essere preparati». Intanto, mentre l’Africa è ancora alle prese col virus, Mosca – tramite il ministro russo alla Sanità – fa sapere che presenterà il suo vaccino contro l’Ebola al prossimo summit dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in programma a Ginevra dal 25 al 30 gennaio. ripercorriamo, di seguito, le tappe prinicipali dell’epidemia scoppiata nel 2013.

Ebola: due anni di paura, primo caso a dicembre 2013

Sono passati poco più di due anni dall’inizio dell’epidemia di Ebola in Africa Occidentale, datato dicembre 2013. Ecco i principali avvenimenti fino alla dichiarazione di fine epidemia dell’Oms queste ore.

1) Dicembre 2013: il “paziente zero” dell’epidemia è Emile Ouamouno, un bimbo di 2 anni di Meliandou, in Guinea, che muore a dicembre 2013 dopo essersi infettato probabilmente a causa di un pipistrello.

2) Marzo 2014: il primo report ufficiale in Guinea sull’epidemia è del 18 marzo, e parla di 35 morti per una «febbre emorragica misteriosa». Pochi giorni più tardi Medici Senza Frontiere stabilisce la prima clinica nel paese dedicata al focolaio. Il 25 marzo l’Oms conferma, per la prima volta, che il virus è quello dell’Ebola. Il 31 marzo si registra il primo caso ufficiale in Liberia.

3) Maggio 2014: il 26 maggio arrivano le prime conferme ufficiali sui casi in Sierra Leone.

4) Giugno 2014: dopo un iniziale rallentamento, l’epidemia ritorna con sempre più nuovi casi. Il 21 giugno Medici Senza Frontiere afferma che il virus è ormai «fuori controllo».

5) Agosto 2014: il 2 agosto c’è il primo contagiato occidentale, Kent Brantly, un medico volontario statunitense. Il 7 agosto l’Oms finalmente dichiara Ebola «Emergenza di salute pubblica internazionale», e inizia pochi giorni dopo le procedure per l’uso di farmaci e vaccini ancora sperimentali. Il 12 agosto muore padre Miguel Pajares, missionario spagnolo contagiato in Liberia.

6) Settembre 2014: esattamente il 3 settembre il segretario generale dell’Oms Margaret Chan ammette che l’epidemia è la peggiore mai vista per il virus Ebola, e che gli sforzi non sono sufficienti a contenerla. Il 18 settembre l’Onu crea una missione dedicata alla lotta alla malattia (Unmeer). Il 28 settembre Thomas Eric Duncan, un cittadino liberiano, diventa il primo caso importato negli Usa. Duncan morirà pochi giorni dopo, dopo aver contagiato due infermiere. Sempre a settembre il virus arriva in Nigeria, portato intenzionalmente da un diplomatico liberiano, dove farà registrare 20 casi e 8 decessi.

7) Ottobre 2014: un documento segreto dell’Oms ottenuto dall’Associated Press per la prima volta parla di inefficienze ed errori nella risposta all’epidemia.

8) Novembre 2014: è la volta del primo caso italiano di Ebola. Si tratta di Fabrizio Pulvirenti, un medico di Emergency contagiato in Sierra Leone. Un secondo caso, un infermiere sempre della Ong, si avrà nel maggio 2015.

9) Gennaio 2015: anche grazie alla risposta internazionale il numero di nuovi casi nei tre paesi più colpiti scende a poche unità dalle centinaia dei mesi precedenti. Iniziano i primi test sul campo di vaccini e farmaci sperimentali.

10) Luglio 2015: l’Oms annuncia che uno dei vaccini sperimentali ha il 100% di efficacia. Dalla prima settimana di luglio i nuovi casi sono sempre minori di 5 in tutti i paesi coinvolti. Fino a quando, il 7 novembre 2015 La Sierra Leone viene dichiarata virus free e, il 29 dicembre 2015 anche la Guinea, dove è iniziata l’epidemia, viene dichiarata dall’Oms Ebola free.

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