L’Isis impone la sharia a scuola: non si studiano arte, musica e filosofia

1 Nov 2014 15:58 - di Valeria Gelsi

Gli insegnanti costretti in aula con le minacce, gli studenti sottoposti a una rigida segregazione sessuale, i programmi riscritti in base alla Sharia. È la scuola secondo l’Isis, che alla ripresa dell’anno scolastico ha emanato una circolare agli istituti del Califfato, a partire da quelli di Mosul e di Raqqa.

Vietate musica, filosofia ed educazione fisica

Arte, musica, filosofia, sociologia, psicologia, educazione fisica, secondo gli jihadisti, sono tutte discipline contrarie alla legge islamica e quindi messe al bando. Fuori legge non solo l’insegnamento delle altre religioni, ma anche qualsiasi riferimento alle religioni – foto comprese – presente nei testi, per esempio, di geografia o letteratura. Anche i riferimenti di carattere patriottico o nazionalista sono vietati: agli studenti è imposto di dimenticare Siria e Iraq e di riconosce il solo Stato islamico.

Al bando Darwin: fu Allah a creare il mondo

Le materie scientifiche sono meno penalizzate di quelle umanistiche, ma non si salvano dalla censura. Gli insegnanti di matematica, per esempio, rischieranno grosso con un problema del tenore “se Abdul ha un soldino e Imen ha due soldini, quanti soldini hanno in totale?”. I riferimenti materiali ed economici, infatti, sono vietati. E vietato è anche fare accenno alle teorie di Darwin, poiché il creato è opera di Allah.

L’indottrinamento e i jihadisti bambini

Al di là della censura, ciò che maggiormente preoccupa gli osservatori è la evidente volontà dell’Isis di avviare una forma di indottrinamento estremamente aggressiva a partire fin dai primi livelli scolastici, per ingrossare non solo le file dei miliziani di domani, ma anche – è il primo timore – quelle attuali dei soldati bambini.

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