«Gli ex nazisti contro l’Urss»: anche così gli Usa fecero la Guerra fredda

28 Ott 2014 11:29 - di Franco Bianchini

Reclutati come spie in America nonostante fossero dei criminali di guerra. Secondo il New York Times, nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, la Cia e altre agenzie degli Stati Uniti, hanno impiegato almeno un migliaio di nazisti come informatori durante la Guerra Fredda, nascondendo i legami del governo con alcuni di loro che vivevano negli Usa.

Le prime prove vennero fuori negli anni Settanta

Citando testimoni e documenti desecretati, il Nyt rivela che nel 1950, il capo dell’Fbi J. Edgar Hoover e Allen Dulles, responsabile della Cia, reclutarono nazisti di ogni rango come asset anti-sovietici. Erano convinti, rivelano i documenti, che i nazisti “moderati” potevano «essere utili» all’America. Lo stesso Hoover diede l’ok all’utilizzo sostenendo che le accuse nei loro confronti di aver commesso le peggiori atrocità durante la Seconda guerra mondiale erano «una propaganda russa». Le prove dell’uso di nazisti come spie iniziò a emergere negli anni Settanta. Ma migliaia di documenti dai file desecretati, insieme con interviste a decine di funzionari governativi attuali ed ex, dimostrano che il loro reclutamento andava molto più a fondo di quanto rivelato e che la vicenda era stato nascosto per almeno mezzo secolo dopo la guerra.

Le missioni ad alto rischio

Non solo. Molti nazisti venivano usati per missioni considerate «ad alto rischio». Nel 1980, scrive il Nyt, l’Fbi rifiutò di dire ai propri cacciatori di nazisti del ministero di Giustizia ciò che sapevano su 16 “collaboratori” che vivevano negli Usa «perché – si legge nei documenti – quelle spie avevano fornito informazioni su simpatizzanti comunisti e dovevano essere protetti». Una di quelle spie era un ex ufficiale delle SS, Otto von Bolschwing, stretto collaboratore di Adolf Eichmann, uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista. Eppure, dopo la guerra, la Cia non solo lo assunse come spia in Europa, ma sistemò lui e la sua famiglia a New York nel 1954. Una mossa considerata «una ricompensa per il suo leale servizio».

Dopo la cattura di Eichmann in Argentina

Quando gli israeliani catturarono Eichmann in Argentina, nel 1960, Bolschwing andò alla Cia per farsi aiutare in quanto temeva di essere il prossimo. Gli stessi agenti si allarmarono «perché la cattura di un prezioso collaboratore di Eichmann, che lavorava come spia per gli Usa, sarebbe stato motivo di imbarazzo», si legge nei documenti. La Cia però gli garantì che sarebbe stato protetto. Visse quindi libero per altri 20 anni prima di essere processato per crimini di guerra. Bolschwing rinunciò alla cittadinanza nel 1981 e moriì pochi mesi dopo.

Commenti

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  • Pino1° 18 Marzo 2018

    E’ la norma utilizzare gli apparati del sistema conquistato o sconfitto per fare un ‘lavoro sporco’. Accadde in italia, in francia ed ancor più nei paesi ex est. Nulla di nuovo sotto il sole. Utilizzo immediato sul territorio che conoscono, con lingua madre, con altri ex della loro parte. Poi, piano piano si avvicendano se occorre ! Normalità della strategia di occupazione e chiudono anche un occhio se i nuovi ‘amici-confidenti-operatori sporchi’ ammazzano un po’ di gente per conti personali !