Pantani, al via la nuova perizia. Si lavora alla pista della droga fatta assumere con la forza al Pirata

23 Set 2014 18:42 - di Redazione

Sarà il professor Franco Tagliaro dell’Università di Verona, esperto in tossicologia, ad eseguire la perizia medico-legale sulla morte di Marco Pantani, avvenuta a Rimini il 14 febbraio del 2004 in una stanza del residence Le Rose. L’incarico è stato affidato dal procuratore capo della Repubblica, Paolo Giovagnoli, nell’ambito della nuova indagine per omicidio volontario avviata lo scorso 24 luglio in seguito all’esposto presentato dai genitori di Pantani, attraverso l’avvocato Antonio De Rensis.
La nuova perizia dovrà confrontare le risultanze scientifiche prodotte dal professor Giuseppe Fortuni, medico legale che nel 2004 su ordine della Procura effettuò l’autopsia sul cadavere del “Pirata”, e quelle prodotte da Francesco Maria Avato, allegate all’esposto di De Rensis incaricato 10 anni dopo di rileggere proprio quell’autopsia.
E’ sulle discrepanze tra le due conclusioni medico legali che dovrà lavorare Tagliaro. Dovrà cioè esprimersi se, come scrisse Fortuni, le 11 lesioni riscontrate sul corpo di Pantani non sono compatibili con una difesa passiva o attiva, oppure – come sostiene Avato – potrebbero essere opera di terzi e non tutte compatibili con una caduta accidentale, «ma riconducono piuttosto all’applicazione al capo di energia lesiva contusiva mediante messi non identificati».
Da capire poi se, come si sostiene nell’esposto, il corpo di Pantani fu mosso in un orario successivo a quello in cui Fortuni colloca la morte, ossia tra le 11.30 e 12.30 del 14 febbrai.
Secondo l’analisi della pozza di sangue vicina al corpo di Pantani, nell’esposto si ipotizza «la mobilitazione passiva ad opera di terzi presenti nei locali in un orario compreso tra le 15.30 e le 18.30, prima dell’ingresso dell’addetto alla reception accompagnato dalla polizia» che fu stabilito avvenne intorno alle 20.45.
Il nuovo perito è stato chiamato a dare una risposta anche sui dubbi sollevati circa la quantità di droga nel corpo di Marco Pantani.
L’autopsia Fortuni stabilì che vi era una quantità di cocaina sei volte superiore a quella letale. Una quantità che nell’esposto De Rensis viene definita da «body packers», tanto che potrebbe significare che Pantani fu indotto, ossia picchiato, ad ingurgitare droga. Tale ipotesi si ricollega all’ultimo fondamentale quesito posto a Tagliaro sulle condizioni caotiche in cui venne ritrovata la stanza del residence Le Rose. Fu Marco a mettere a soqquadro la camera, ferendosi, o fu opera di terzi?
Sui misteri, o presunti tali, intorno alla morte del “Pirata” l’attenzione è alta anche a livello internazionale, tanto che la scorsa settimana una troupe della televisione pubblica francese ha intervistato il procuratore Paolo Giovagnoli nell’ambito di uno speciale sulla nuova indagine.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *