Virus Ebola, scienziati al lavoro ma nessun vaccino sarà disponibile prima del 2015. Segnalati nuovi casi

11 Ago 2014 16:31 - di Redazione

Un vaccino sperimentale contro il virus Ebola verrà sperimentato sull’uomo entro quest’anno. Lo hanno annunciato con un comunicato ufficiale la multinazionale britannica Gsk, che lo sta sviluppando, e il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) statunitense.Secondo la nota i test inizieranno «entro quest’anno», mentre in caso di esito positivo il vaccino non potrà comunque essere disponibile prima del 2015. «Bisogna ricordare che è ancora all’inizio dello sviluppo – ricorda Gsk – e ha ancora una lunga strada da fare». Il vaccino si basa su un virus degli scimpanzè ingegnerizzato con due geni di Ebola. Una volta arrivato nelle cellule il vaccino, che fa parte dei prodotti in sviluppo della compagnia Okairos acquisita lo scorso anno da Gsk, genera la risposta immunitaria. Il vaccino è uno di quelli in sviluppo nel mondo, tutti con buoni risultati sugli animali ma non testati sull’uomo, stessa situazione anche per diverse terapie, fra cui il siero ZMapp usato sui due missionari americani e su quello spagnolo colpiti dal virus. Intanto su richiesta dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), un gruppo di esperti nel campo dell’etica medica esamina in queste ore la possibilità di ricorrere a trattamenti sperimentali nell’ambito della lotta al virus in Africa occidentale.

Gli esperti dovranno esaminare questioni etiche, senza pronunciarsi su tale o tale trattamento, ed elaborare raccomandazioni per guidare l’Oms, ha spiegato la portavoce dell’Organizzazione Fadela Chaib. Le conclusioni dovrebbero essere rese note nei prossimi giorni, ha aggiunto. Non vi è attualmente alcun vaccino autorizzato o di farmaci contro il virus di Ebola, virus estremamente letale che in otto mesi ha causato circa mille morti nei Paesi dell’Africa occidentale colpiti, ma vi sono trattamenti in fase sperimentale non ancora testati sull’uomo. Le domande a cui dovranno rispondere gli esperti sono due – ha spiegato la portavoce -: la prima è se da un punto di vista dell’etica medica è possibile in un contesto particolare come quello dell’attuale crisi di ebola raccomandare l’impiego di un trattamento (vaccino, farmaco…) in fase sperimentale e che quindi non è stato ancora testato sull’uomo per verificare se è efficace e senza pericoli. La seconda riguarda le quantità disponibli di questi prodotti che sono estremamente limitate e si tratta quindi di sapere a chi devono essere eventualmente destinate, ha precisato. Il gruppo di esperti non include esponenti del settore privato.

Lo scorso 8 agosto l’Oms ha dichiarato la crisi di Ebola in Africa occidentale un’emergenza sanitaria di rilevanza internazionale. Scoppiata in Guinea nel dicembre 2013, è la piu grave mai registrata. I Paesi colpiti sono Guinea, Liberia, Sierra Leone e più recentemente Nigeria. All’8 agosto, il bilancio era di 961 morti.

Un altro religioso, George Combey, compagno del missionario spagnolo Miguel Pajares è morto domenica notte a Monrovia, la capitale della Liberia, a causa del virus. Lo ha reso noto l’ordine di San Giovanni di Dio cui appartengono i religiosi. Tre giorni fa era deceduta, sempre a Monrovia, una suora africana dello stesso ordine. La congregazione religiosa ha inoltre reso noto che lo stato di salute di Parajes, ricoverato in isolamento nell’ospedale Carlos III di Madrid, sono stazionarie. Il missionario sarà sottoposto al trattamento sperimentale ZMapp contro il virus, finora applicato solo a due cittadini americani infettati in Liberia. In Nigeria un nuovo caso di ebola, portato da un dirigente liberiano arrivato per via aerea, ha portato a dieci il numero delle persone infettate da quando il virus è sbarcato nel Paese. Lo annunciano le autorità sanitarie locali, mentre per il conteggio dell’Oms i casi sono tredici con due morti. Il continuo aumento dei casi alza ovviamente l’allerta anche nei Paesi non colpiti. La costa D’Avorio ad esempio ha annunciato lo stop a tutti i voli della propria compagnia di bandiera da e per i Paesi dove è presente il virus, una misura sconsigliata dalla stessa Oms secondo cui le normali procedure di prevenzione sono sufficienti. Intanto il Ruanda ha annunciato di aver posto in quarantena uno studente tedesco ricoverato in un ospedale a Kigali con dei sintomi di virus Ebola.

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