La Cei si appella ai media: «Troppo silenzio sui cristiani perseguitati in Africa e in Medio Oriente»

2 Ago 2014 17:08 - di Redazione

L’Europa è «distratta ed indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani». L’allarme arriva dal presidente della Cei in un “appello” con cui indice anche una giornata di preghiera, il prossimo 15 agosto, per i cristiani perseguitati, segnalando in particolare la situazione di Iraq e Nigeria. E il capo dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, spiegando l’iniziativa ai microfoni di Radiovaticana, rivolge anche un appello ai media a continuare a informare sulle persecuzioni, specialmente in Occidente, dove le nazioni sono distratte dagli interessi economici. Bagnasco denuncia anche il rischio che il Medio oriente e la Terrasanta vedano scomparire la presenza dei cristiani. La Cei collega la sua denuncia della indifferenza davanti alle sofferenze dei cristiani, e di sia perseguitato per la propria fede, al prossimo viaggio del Papa in Corea, e alla storia della Chiesa coreana, fatta in parte da martiri. Tema del viaggio che il 14 agosto vedrà papa Bergoglio a Seul, ricorda la presidenza della Cei, è «Giovani dell’Asia! Svegliatevi! La gloria dei martiri risplende su di voi: Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con Lui». «Sono parole – affermano i vescovi – che vorremmo potessero scuotere anche questa nostra Europa, distratta ed indifferente, cieca e muta davanti alle persecuzioni di cui oggi sono vittime centinaia di migliaia di cristiani. Se la mancanza di libertà religiosa, fondativa delle altre libertà umane, impoverisce vaste aree del mondo, – commenta la presidenza della Cei – un autentico Calvario accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione. Le loro chiese sono profanate: antiche reliquie, come anche statue della Madonna e dei Santi, vengono distrutte da un integralismo che, in definitiva, nulla ha di autenticamente religioso. In queste zone la presenza cristiana, la sua storia più che millenaria, la varietà delle sue tradizioni e la ricchezza della sua cultura, – ammoniscono i vescovi italiani – è in pericolo: rischia l’estinzione dagli stessi luoghi in cui è nata, a partire dalla Terra Santa». «A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti, – spiega la nota – noi non possiamo tacere. L’Occidente non può continuare a volgere lo sguardo altrove». Da qui l’appello e l’indizione di una giornata di preghiera per il 15 agosto, «nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, quale segno concreto di partecipazione con quanti sono provati dalla dura repressione». «Faccio appello a tutti i media – dice il card. Bagnasco alla Radiovaticana – i media che hanno a mio parere gli strumenti adeguati, perché ogni cinque minuti non si può più tollerare l’uccisione di una persona per ragioni di fede, per nessuna ragione, ma prima di tutto per ragioni di fede. Se i media fossero molto più presenti, attenti – ogni giorno, oserei dire, se fosse il caso – per mettere all’attenzione del mondo – soprattutto per le nazioni occidentali che sono le più distratte intenzionalmente – questo fatto inaccettabile disumano, credo che i responsabili comincerebbero a pensare un po’ diversamente».

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