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Gli obesi vivino più a lungo e con meno rischi per il cuore: sorprendente scoperta dei ricercatori Usa

Gli obesi vivino più a lungo e con meno rischi per il cuore: sorprendente scoperta dei ricercatori Usa

Società - di Gabriele Farro - 18 Luglio 2014 alle 17:13

Chi l’ha detto che  avere un po’ di pancia porta ad ammalarsi più facilmente e a vivere di meno.  Secondo uno studio Usa, infatti, avviene esattamente il contrario. Essere obesi può portare a una lunga vecchiaia, con meno rischi per il cuore. Il sorprendente risultato arriva da una ricerca della State University of New York, pubblicata sulla rivista Mayo Clinic Proceedings. I ricercatori spiegano, in sostanza, che sebbene il peso eccessivo sia associato a livelli elevati di insulina e colesterolo e alla pressione alta, tutti fattori che predispongono a un maggiore rischio per il cuore, di fatto in una sorta di “paradosso dell’obesità” chi ha questo problema è meno soggetto al rischio di morire per un infarto o per altre malattie cardio-vascolari. La conferma viene dalla revisione di 36 studi precedenti, che ha permesso di osservare come un indice di massa corporea che va da 30 a 35, che denota sovrappeso e obesità, sia associato con un tasso di mortalità del 27 per cento inferiore a quello di persone dal peso ritenuto normale (con un indice di massa corporea pari a 20). A questo si aggiunge un rischio specifico per il cuore (infarto,malattie cardiache) maggiore di quasi 3 volte in chi ha un indice di massa corporea basso, inferiore a 20. Varie le spiegazioni ipotizzate: in primo luogo il ruolo dei farmaci per tenere a bada pressione alta e il colesterolo, che le persone obese si vedono prescrivere più frequentemente e in dosi maggiori e che creerebbero una sorta di “riserva metabolica” protettiva e poi il fatto stesso che il cuore è abituato a lavorare di più, visti i chili extra che solitamente gestisce. «I nostri risultati non intendono minare la legittimità delle campagne anti-obesità fatte nell’interesse della salute pubblica» sottolinea però il dottor Abhishek Sharma, che ha condotto la ricerca.

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18 Luglio 2014 alle 17:13