Presidenzialismo, Senato delle Regioni e più valore ai referendum: le riforme prioritarie secondo gli italiani

12 Nov 2013 14:35 - di Valeria Gelsi

Basta con il bicameralismo perfetto, con le Province, con i quorum che affossano i referendum. E ancora: ridurre il numero dei parlamentari e fare in modo che le Camere discutano sempre le proposte di legge di iniziativa popolare. Sono alcuni degli orientamenti emersi da “Partecipa!”, la consultazione online lanciata fra i cittadini dal ministero delle Riforme e svolta tra luglio e ottobre con la supervisione dell’Istat. I questionari raccolti sono 200mila e, ha detto il ministro Gaetano Quagliariello, «non sono uno scherzo». «I risultati mi sembrano molto meno scontati di quanto si potesse credere, non vanno letti come un sondaggio, ma come spunti e spero il legislatore li terrà in considerazione», ha commentato Quagliariello, dicendosi soddisfatto per la risposta. Nel dettaglio, l’87,8% dei cittadini vuole il superamento del bicameralismo paritario. Di questa percentuale, il 41,8% propone il monocameralismo e il 40% propone di differenziare sia le funzioni sia la composizione del Senato, che il 56% dei cittadini preferirebbe composto da rappresentanti provenienti da Regioni e Comuni. Il 54% di chi ha partecipato all’iniziativa, poi, considera una priorità la riduzione del numero dei parlamentari, mentre per il 45% la priorità è intervenire su indennità e benefit e per il 34% è lavorare sulla trasparenza dell’operato del Parlamento. La stessa percentuale, inoltre, chiede di intervenire su qualità, quantità e tempi della produzione delle leggi. Ma su questo terreno emerge anche la richiesta di allargare le possibilità di partecipazione popolare al processo di formazione delle leggi: il 69% dei cittadini vorrebbe meccanismi per agevolare la validità dei risultati del referendum, anche elevando il numero di firme necessarie per la sua richiesta; il 53,6% chiede che il Parlamento discuta sempre le proposte di legge che nascono dalla sottoscrizione di 50mila cittadini. Soltanto il 6,1% ritiene che le Camere debbano essere libere di valutare se discutere il testo, mentre per il 38,5% la legge di iniziativa popolare va discussa, ma occorre aumentare il numero minimo dei cittadini che la sottoscrivono.

Per quanto riguarda la forma di governo, il 68,1% manifesta una voglia di cambiamento, mentre solo il 26,3% vorrebbe mantenere lo status quo. Fra coloro che chiedono di rinnovare le istituzioni il 29,1% vorrebbe rafforzare i poteri del governo e il 39% vorrebbe l’elezione diretta del presidente della Repubblica. Da un altro questionario emerge, poi, che il 44% di chi ha risposto alla consultazione preferisce un sistema semipresidenziale, mentre il 51,9% vorrebbe mantenere una forma di governo di tipo parlamentare. Infine, una delle domande riguardava la soppressione delle Province: per il 72% dei cittadini va perseguita, trasferendo altrove le funzioni, mentre il 16% è per la ridurne il numero e solo l’8% per il mantenimento della attuale struttura. Ma se si guarda in generale all’organizzazione degli enti locali le richieste di cambiamento sono ancora più forti: l’88% di chi ha risposto a “Partecipa!” chiede che sia modificata radicalmente.

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