Cento anni di sartoria italiana con una “rosa” chiamata Micol

8 Nov 2013 14:54 - di

Una signora di cento anni simbolo dell’alta sartoria italiana nel mondo. Per Micol Fontana oggi è una giornata di festa. La celebre couturier che assieme alle sorelle Zoe e Giovanna nel dopoguerra fondò a Roma la sartoria amata da tutte le dive del cinema dell’epoca, è stata festeggiata in Campidoglio con un’enorme torta bianca. I Musei Capitolini sono stati trasformati appositamente in un atelier con l’esposizione di alcuni abiti che hanno segnato la storia del Made in Italy, come l’abito da sera ricamatissimo creato per Rita Hayworth nel 1952 e di recente restaurato grazie al generoso supporto della Maison Bulgari, particolarmente sensibile alla salvaguardia dei valori dell’alto artigianato italiano. Nel corso della cerimonia c’è stato l’alternarsi di testimonianze di amici, colleghi e personalità che hanno partecipato alla vita professionale ed affettiva di Micol e delle sue sorelle. La celebrazione è stata coronata dal battesimo della “Rosa Micol Fontana”, color avorio, creata per la ricorrenza dai vivai Barni di Pistoia. Micol è l’ultima delle celebri sorelle, figlie di una sarta, che alla fine degli anni Trenta, da Traversetolo, arrivarono in una Roma devastata dalla guerra e nel giro di pochi anni imposero la loro alta moda nel mondo. Tutto partì dagli Stati uniti: la prima ad introdurla nell’ambiente fu Linda Christian, la moglie di Tyrone Power, che le commissionò l’abito da sposa. E da lì iniziò il successo americano del marchio Fontana. A loro Raiuno nel 2011 ha anche dedicato una miniserie in due puntate: Atelier Fontana – Le sorelle della moda. Il patrimonio storico lasciato dalle Sorelle Fontana è oggi custodito presso la Fondazione Micol Fontana, associazione no profit istituita nel 1994, integrata nell’Albo degli Istituti Culturali della Regione Lazio e dichiarata “Archivio di notevole interesse storico” dal ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo. L’archivio, costituito da oltre 200 abiti dal 1940 al 1990, una vasta raccolta di figurini, ricami ed accessori, biblioteca, emeroteca, fondo fotografico, è conservato dalla Fondazione come memoria del passato, messo al servizio delle nuove generazioni, per le quali vengono istituiti corsi e seminari. Tra gli abiti custoditi dalla Fondazione i modelli creati per Jacqueline Kennedy, Grace di Monaco, Soraya di Persia, le principesse di Casa Savoia e quelli realizzati per dive internazionali, tra cui Elizabeth Taylor, Audrey Hepburn, Ursula Andress e Ava Gardner, per la quale furono confezionati due abiti di scena per film, tra cui La contessa scalza, Il sole sorge ancora, La Bibbia. Un mito che continua ancora.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *