Sicurezza alimentare: partono i controlli e la Banca dati, stop ai cibi “fasulli”

10 Ago 2013 18:38 - di Redazione

Mozzarelle blu, olio di oliva finto, cibi italiani “doc” adulterati: la sicurezza alimentare diventa sempre di più una priorità, anche a tutela delle esportazioni del “made in Italy” gastronomico. Una priorità sposata in pieno dal ministero della Salute che, nel recente “disegno di legge Lorenzin” approvato lo scorso luglio, ha messo in campo una serie di misure per rafforzare i controlli in questo settore, a partire dall’istituzione del nuovo Sistema Informativo Veterinario per la Sicurezza Alimentare (Sinvsa), una vera e propria “banca dati” nazionale. Il Sinvsa rappresenta un’estensione dell’attuale Sistema Informativo Nazionale delle anagrafi animali ed assicurerà – si legge nel provvedimento – «la raccolta, la gestione e l’interscambio delle informazioni tra tutti i soggetti pubblici e privati operanti nel settore veterinario, della sicurezza alimentare e della nutrizione». In questa banca dati nazionale è prevista l’iscrizione di tutti gli operatori del settore alimentare che producono, commercializzano, distribuiscono o immettono in commercio alimenti, mangimi e materiali a contatto, operanti sul territorio. Uno strumento che faciliterà ulteriormente l’attività di controllo ufficiale. Si istituirà dunque una sorta di “anagrafe” degli operatori del settore agroalimentare che intendono esportare verso Paesi terzi nell’ottica dell’internazionalizzazione dei propri prodotti, al fine di garantire i controlli sui prodotti italiani prima che vengano distribuiti verso Paesi esteri e prevenendo così le inevitabili ricadute negative sull’immagine dell’Italia in caso di inconvenienti sanitari all’estero. In linea con la legislazione europea viene inoltre introdotta una misura di monitoraggio finalizzata a prevenire l’insorgenza di situazioni emergenziali per la salute pubblica: la notifica alle Aziende sanitarie locali (Asl) da parte dei laboratori che svolgono analisi delle non conformità riscontrate in una fase antecedente all’immissione in commercio dei prodotti finiti. Il ddl Lorenzin introduce infine l’obbligo di registrazione degli stabilimenti operanti nel settore dei materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti presso le autorità sanitarie competenti, in conformità con quanto già avviene in altri Stati europei.

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