Bonaccini “rinnega” Conte: «Basta con le decisioni all’ultimo momento e con il caos del Cts»

22 Feb 2021 9:26 - di Eugenio Battisti

I governatori alzano la testa. Stefano Bonaccini, reduce da una conferenza Stato-Regione molto complicata, chiede di archiviare la drammatica esperienza Conte. E manda messaggi molto chiari a Draghi. Che ha promesso due regole. A ogni divieto dovrà seguire il ristoro. E  le chiusure saranno flessibili in base ai contagi.

Bonaccini archivia Conte: si cambi passo

Super Mario dovrà voltare pagina. Basta con le decisioni all’ultimo momento e con le indicazioni fumose del Cts. In una lunga intervista al Corriere della Sera il governatore emiliano strapazza l’ex premier. Lo stesso che era intoccabile fino a qualche settimana fa. Basta decisioni all’ultimo momento. Chiaro riferimento ai metodi dell’avvocato del popolo che procedeva a suon di Dpcm. Illustrati a poche ore dall’applicazione.

La gente è esausta, dice il governatore del Pd. “Il continuo entrare e uscire da zone colorate,  non aiuta. Ci sono attività economiche che non sanno cosa accadrà il giorno dopo. Altre chiuse da troppi mesi. Occorre cambiare schema”. Al governo – prosegue Bonaccini – chiediamo un confronto sulla revisione dei parametri. E delle misure. Per dare maggiori certezze a cittadini e imprese”.

Il governatore dem: “Serve un portavoce unico del Cts”

Il governatore dell’Emilia Romagna  si fa portavoce delle richieste dei colleghi. Ma ci mette del suo nella richiesta dura di una ‘forte discontinuità’ rispetto alla stagione Conte. «Draghi ha convocato il Cdm. E sembra andare verso un portavoce unico del Comitato tecnico-scientifico. Credo sia la strada giusta”.

Fino a quando sarà prorogato lo stop agli spostamenti, che scade il 25 febbraio? «Valuteremo insieme al governo. Sentendo il parere di Iss e Cts. La pandemia non è finita e serve attenzione”.  Non si sbilancia però sul capitolo sci e sulla richiesta di dimissioni di Arcuri.

Sui vaccini confido nell’autorevolezza di Draghi

Che succederà adesso che Boccia è stato sostituito dalla forzista Gelmini? Qui Bonaccini è stranamente diplomatico. “Da quando presiedo la Conferenza delle Regioni mi sono già confrontato con quattro governi diversi. Portando sempre o quasi una posizione unitaria. Con Boccia ho collaborato molto bene. Con Gelmini è già partito un confronto positivo. E ci siamo detti subito che il virus non ha colore politico».  Cosa chiedono le Regioni sul Recovery plan? «Condivisione. Il piano deve essere partecipato e aperto al Paese”, risponde Bonaccini. “Non definito in poche stanze dentro il palazzo”.

Anche sul capitolo vaccini procede come un caterpillar. “Le forniture dipendono dalle aziende produttrici. I contratti li ha firmati la Commissione europea per tutti gli Stati membri. Io confido nella forza della Ue e nell’autorevolezza internazionale del presidente Draghi. Perché cessino i tagli e le dosi in arrivo si moltiplichino. Serve un deciso cambio di passo”.  In che tempi sarà possibile produrre vaccini in Italia? «Abbiamo distretti della chimica-farmaceutica e della meccanica di grande qualità.  La ricerca ha potuto contare ovunque su ingenti fondi pubblici, è il momento di restituire alla collettività. I vaccini devono essere un bene pubblico».

Rivedere lo schema dei colori. Ripensare i provvedimenti

Infine, un chiarimento. O un passo indietro sulla proposta di una zona arancione per tutta l’Italia. “Qualcuno ha interpretato la mia proposta come l’estensione della zona arancione a tutto il Paese. Non è così. Dobbiamo evitare che dopo l’anno dell’unità e della solidarietà, segua l’anno della rabbia sociale. E della frustrazione. Chiediamo al Cts indicazioni più chiare e al governo di riconsiderare l’impianto dei provvedimenti”.

 

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