
Largo del Nazareno nei guai
Congressi Pd farsa: a Pisa falsi iscritti albanesi, a Cosenza denunce di brogli, i tormenti della Schlein
Il segretario regionale dem blocca tutto e annulla le votazioni, mentre l'11 luglio la Commissione Nazionale di garanzia valuterà i ricorsi calabresi con l'ipotesi di un commissariamento
I congressi del Pd rischiano di trasformarsi in una farsa. Dopo il caso di Cosenza, con denunce di brogli che hanno toccato la magistratura, arriva quello di Pisa, con presunti iscritti “comprati”, cittadini albanesi negli elenchi e la decisione del segretario regionale di bloccare tutto. Mentre per la città calabrese domani si riunisce la Commissione nazionale di garanzia.
Congressi farsa, il caso Pisa
Tessere comprate e guerre fratricide interne alla sezione locale del Partito democratico, schierando in campo eserciti di operai albanesi iscritti. Il congresso dem di Pisa è stato bloccato dal segretario regionale Emiliano Fossi dopo l’emergere di una serie di scandali che hanno coinvolto diversi candidati all’assemblea regionale. E inoltre, come scrive Il Fatto Quotidiano, ci sarebbero le ambizioni di Antonio Mazzeo, vicepresidente dell’assemblea, che starebbe tentando di ottenere una deroga per farsi eleggere a un terzo mandato.
Nel frattempo la sfida all’interno della sezione di Pisa è diventata agguerrita. Da una parte Mario Iannella, di area bonacciniana e sostenuto da Mazzeo. Come fa notare il Fatto, Iannella ha appena vinto un concorso come ricercatore a tempo determinato a Bari, lo stesso ateneo dove insegna Nicola Pignatelli, legale di Mazzeo. Dall’altra Marco Biondi, fedelissimo dell’ex sindaco fiorentino Dario Nardella e di area Schlein.
I soldi in prestito e gli albanesi iscritti
A un certo punto, scrive Il Fatto, Iannella prende dei soldi dal circolo di cui è segretario – lui sostiene «in prestito» – per acquistare delle tessere. Biondi si candida uscendo dalla mischia e sfidando Iannella. Ma tra i suoi sostenitori vengono notati operai albanesi tesserati in uno dei cantieri che lui, in quanto ingegnere, dirige. È Iannella stesso a denunciare l’irregolarità delle tessere, senza tenere presente che tra quelle tessere ci fossero anche quelle di suoi sostenitori. Alla fine a prendere in mano la situazione è il segretario regionale Emiliano Fossi, che blocca tutto.
Il caso Cosenza
A Cosenza la sfida tra Matteo Lettieri e Pino Le Fosse si è conclusa con la vittoria del primo. Ma non è finita qui. I sostenitori di Le Fosse hanno inviato un esposto alla magistratura e denunciato irregolarità nelle sezioni di Mirto Crosia, Rende e San Giovanni in Fiore. La Commissione regionale ha dichiarato illegittimo solo il voto a Mirto, ma Le Fosse ha fatto ricorso e l’11 luglio si riunirà la Commissione nazionale di garanzia. Non è escluso un commissariamento.
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