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Lo psicodramma

Zerocalcare dà forfait a “Più libri più liberi”: coi «nazisti» mai. Ma il processo lo fa ai “compagni”

Il fumettista spiega la scelta di non andare alla fiera del libro di Roma e lamenta il fatto che nessuno sappia più «come si tiene la barra dritta»

Politica - di Federica Parbuoni - 3 Dicembre 2025 alle 19:08

Zerocalcare ha annunciato che darà forfait a “Più libri più liberi” perché «ognuno c’ha i suoi paletti» e il suo è che «non si condividono gli spazi con i nazisti», che nella sua visione sarebbero gli editori di Passaggio al Bosco. «La lettera aperta che abbiamo fatto va benissimo, però se non ti si inc….no, dobbiamo trovare un altro modo», ha aggiunto in un video a fumetti pubblicato suoi propri social, in cui spiega le ragioni della decisione e sottolinea che quando ha stabilito il suo paletto «quindici anni fa, mi pareva semplicissimo da applicare. Oggi è una specie di campo minato».

Zerocalcare dà forfait a “Più libri più liberi”

Zerocalcare, che del video è voce narrante, risulta affranto per la situazione in cui si ritrovano l’editoria e il mondo culturale italiani in un contesto in cui sembra che nessuno sappia più «come si tiene la barra dritta». Ma, soprattutto, traccia un quadro che è insieme accusatorio nei confronti della sinistra italiana e di sintesi dei suoi tic , tra cordoni sanitari che non funzionano più, morettiani “mi si nota di più se vado o se non vado”, difficoltà a essere consequenziali con le proprie prese di posizione e superiorità morali che vacillano quando in ballo c’è la vil pecunia.

Il fumettista porta in scena lo psicodramma della sinistra

«Penso che questo ci costringa a rifletterne insieme, di più, e in modo più efficace. Gente a cui voglio bene ha fatto scelte diverse, sono sicuro che sapranno far sentire le loro voci e faccio il tifo per loro», ha proseguito Zerocalcare, dicendosi «dispiaciuto» per chi voleva andare alla fiera per incontrarlo e ammettendo che «lo so che sembra “il giorno della marmotta” se dico che non vado a Più Libri Più Liberi». Già lo scorso anno, infatti, Zerocalcare non partecipò a un incontro pubblico in polemica con la scelta di invitare un ospite che era accusato di maltrattamenti nei confronti dell’ex compagna.

«Mi sento una barzelletta umana»

«Mi sento una barzelletta umana, ma provo a spiegare un attimo», ha detto ancora, sottolineando che il problema non è il catalogo di Passaggio al Bosco in sé, a suo dire “nazista”: «Non è che penso che non debbano venire per questo. È che questa è un’operazione militante che stanno facendo, un’operazione politica pure di livello alto», ha sostenuto, aggiungendo poi che «stare in un contenitore insieme a loro è come aprire un catalogo e accettare che sono tutte opinioni uguali e una vale l’altra». Segue l’immancabile spettro del ritorno, in questo caso, del nazismo e la chiamata a «qualsiasi riflessione collettiva», per la quale è «disponibilissimo». «Però la dovemo fa’», avverte Zerocalcare.

Giordano Bruno Guerri a Zerocalcare: «Sbagliato non andare»

«Vai alla Fiera e parla con i responsabili della casa editrice. Puoi dire loro che non ti piacciono, che sei completamente in disaccordo con quello che fanno. Questo è sempre meglio che non andare alla manifestazione», ha commentato Giordano Bruno Guerri che, intervistato dall’agenzia di stampa Adnkronos, si è idealmente rivolto a Zerocalcare. «Vai dicendo a chi sta dall’altra parte del banco: “Non mi piacete per niente”, però non vi darò la soddisfazione di non venire, privando i miei lettori della mia presenza”», ha aggiunto lo storico, sottolineando che Passaggio al Bosco «ha diritto di ospitalità» e che «devono essere liberi di pubblicare, anche perché quei testi non sono riservati solo ai fanatici: sono strumenti di studio e di conoscenza. Anche i firmatari di quell’appello potrebbero arricchire la loro cultura leggendoli, sarebbero più attrezzati per controbattere quelle idee».

Cacciari: «Alle fiere del libro si va per ascoltare non per censurare»

È stato Massimo Cacciari, poi, premettendo che «nelle fiere o nei saloni del libro ci sono sempre stati volumi di autori di destra o di estrema destra, così come le loro case editrici di riferimento», a sottolineare che «alle fiere del libro si va per ascoltare, per discutere e, se necessario, per contestare le idee presentate, per mettere in dubbio eventuali opinioni oggettivamente false, ma non si censura».

 

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di Federica Parbuoni - 3 Dicembre 2025