Satira stende doppia morale
Una risata li seppellirà: il libro di Beppe Fantin “Giorgia e i governicoli” è un colpo fatale alla retorica antifascista
Il vignettista, matita di Quarta Repubblica, traccia un racconto per immagini della situazione socio-politica di questo tempo. Il volume, edito da Signs Books, è arricchito dai testi di Salvatore Di Bartolo. Il risultato è una fotografia della nostra attualità più accurata di un trattato di politologia
Pubblichiamo di seguito un estratto della prefazione di Nicola Porro al libro di satira politica “Giorgia e i governicoli”, che raccoglie il meglio delle vignette di Beppe Fantin, artista e vignettista del programma Mediaset Quarta Repubblica, con testi del docente, saggista e opinionista Salvatore di Bartolo. Nel volume di 280 pagine a colori in grande formato, edito da Signs books, gli autori «con un linguaggio chiaro, fluido e politicamente scorretto ad accompagnare la straordinaria forza evocativa delle immagini raccontano temi, eventi e personaggi che hanno conquistato la scena politica italiana, ma non solo, nell’ultimo quinquennio».
Dopo il trionfo elettorale targato Fratelli d’Italia alle Politiche del 25 settembre 2022, all’emergenza sanitaria se ne sostituisce immediatamente un’altra. Pass e mascherine cedono il passo a fez e stivaloni, i candidi camici bianchi alle tenebrose camicie nere. D’improvviso, l’Italia intera è come ripiombata indietro di un secolo. Neppure il tempo di prestare giuramento dinanzi al Capo dello Stato, che già il nascituro esecutivo si ritrova a dover fare i conti con manipoli di pseudo-antifascisti riluttanti ad accettare il risultato democratico delle urne.
Dopo un lungo e profondo torpore, casualmente coinciso con la travagliata parentesi pandemica, nelle piazze delle principali città italiane tornano ad impazzare scioperi, mobilitazioni e folcloristiche manifestazioni di protesta, immancabilmente accompagnate da efferati episodi di violenza e da acide colate di odio e intolleranza. Una costante che accompagnerà tutta la prima parte dell’esperienza governativa di Giorgia Meloni, accomunandola, per molti versi, con quella di altri leader “conservatori”, su tutti Donald Trump, eretto anch’egli al ruolo di pericoloso autocrate già all’indomani del voto presidenziale americano.
Dal primo gennaio al 7 ottobre del 2025 (data in cui scriviamo queste righe) in Italia ci sono state 8.674 manifestazioni, 242 volte hanno rappresentato criticità di ordine pubblico e si sono registrati 330 feriti nelle forze dell’ordine. Con danni alla cosa pubblica, giornate di lavoro perse, che è impossibile quantificare puntualmente.
Del resto, come giustamente osservano Salvatore Di Bartolo e Beppe Fantin nelle ultimissime pagine di questo libro, lo schema seguito dalle sinistre “progressiste” è sempre il medesimo, tanto in Europa quanto negli Usa: al consenso di destra è sempre accostabile la cupa etichetta del fascismo, a quello di sinistra la sfavillante insegna della democrazia. Allo stesso modo, il dissenso di destra è sempre ascrivibile alla voce “violenza” o becero “negazionismo”, quello di sinistra da catalogare, invece, come eroica “Resistenza”, anche se contraddistinto da condotte faziose, aggressive e persino estreme.
È la solita vecchia logica ipocrita e doppio-moralista messa lucidamente a nudo nelle pagine di questo testo dai due autori, i quali, con un linguaggio fluido e diretto, sapientemente accompagnato dalla straordinaria forza evocativa delle immagini, demoliscono in un colpo solo la falsa retorica antifascista imperversante nell’odierno dibattito pubblico e l’infallibile dogmatismo sanitario tipico del periodo pandemico.