Corsa per la pace
Ucraina, piano in 20 punti e diplomazia sotto l’albero. La melina di Mosca mentre Zelensky annuncia un nuovo incontro con Trump: non perdiamo un giorno
Kiev accelera per un accordo blindato con gli Usa sulla zona demilitarizzata nel Donbass, tentando di isolare Putin mentre il Cremlino prende tempo e denuncia i boicottaggi europei
Mentre il fronte bellico resta infuocato, le diplomazie di Kiev e Washington accelerano i contatti per definire una via d’uscita dal conflitto. Tra zone demilitarizzate nel Donbass e nuovi canali di dialogo con l’amministrazione Trump, il presidente ucraino Zelensky scommette tutto su un accordo con gli Stati Uniti per isolare diplomaticamente e mettere alle strette Vladimir Putin. Tuttavia, l’ottimismo di Kiev si scontra con la “melina” del Cremlino e le profonde divergenze territoriali che rendono la pace un traguardo ancora lontano.
Ucraina, la diplomazia di Natale: il “Piano dei 20 punti” e la corsa contro il tempo
«Lavoriamo per porre fine alla guerra con la Russia». Ucraina e Stati Uniti continuano a confrontarsi sul piano di 20 punti che dovrebbe avvicinare la pace. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riassume gli sforzi diplomatici di Natale e traccia un bilancio positivo dopo «un ottimo colloquio con Steve Witkoff, l’inviato speciale del presidente Donald Trump, e Jared Kushner. Stiamo lavorando davvero 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per avvicinarci alla fine di questa brutale guerra russa contro l’Ucraina e per garantire che tutti i documenti e le misure siano realistici, efficaci e affidabili», dice il leader di Kiev con un ottimismo che apparentemente non tiene conto di un elemento chiave: il piano non è stato approvato dalla Russia e la fumata bianca rimane lontana.
La strategia di Zelensky
Il leader ucraino sta cercando di legare a doppio filo la sopravvivenza del suo Paese alla visione di Donald Trump. Proponendo una “zona economica libera” nel Donbass — un concetto caro all’approccio transazionale del tycoon — Zelensky tenta di trasformare il piano di pace in un prodotto segnatamente “made in Usa”. La priorità di Zelensky al momento è trovare un’intesa solida con gli Stati Uniti. Pertanto Kiev ha aperto all’ipotesi di creare una zona demilitarizzata – o “economica libera” – nel Donbass, andando incontro all’idea inserita dal tycoon nella versione iniziale del piano. L’Ucraina, dunque, punta all’accordo con Washington per lasciare la palla nel campo di Vladimir Putin: l’assenza di una soluzione diplomatica dipenderà dal “no” della Russia al documento timbrato da Trump.
«Abbiamo discusso alcuni dettagli sostanziali del lavoro in corso. Ci sono buone idee che possono portare a un risultato condiviso e a una pace duratura. La sicurezza reale. La ripresa reale. E la pace reale sono ciò di cui tutti noi abbiamo bisogno: l’Ucraina, gli Stati Uniti, l’Europa e ogni partner che ci aiuta. Spero che gli accordi natalizi di e le idee di cui abbiamo discusso si rivelino utili», rilancia Zelensky, archiviando la giornata nella quale ha chiesto agli interlocutori di «trasmettere i nostri auguri natalizi a Donald Trump e a tutta la famiglia Trump». Peraltro, anche Putin, a Natale, ha fatto gli auguri di Natale al presidente americano…
Ucraina, la “melina” di Mosca
Eppure, nonostante accelerazioni e sforzi, e al netto di un certo ottimismo, il nodo del Donbass rimane il vulnus della trattativa in corso e un possibile punto di rottura. La richiesta ucraina di un ritiro russo da porzioni del Donetsk è, ad oggi, inconciliabile con gli obiettivi bellici di Mosca. Per Putin, una ritirata equivarrebbe a una sconfitta politica interna inaccettabile, specialmente dopo aver dichiarato quelle terre come parte integrante della Russia. E con Mosca che, nel frattempo, continua a giocare su due tavoli. Da un lato mantiene aperto il canale con Washington per evitare l’isolamento. Dall’altro utilizza ogni pretesto — come il presunto “messaggio di morte” di Zelensky — per screditare l’interlocutore ucraino, dipingendolo come inaffidabile o instabile.
dunque, al momento, sul piano Usa-Ucraina, la Russia ancora non ha fornito il suo verdetto. Come ripetono da giorni le varie voci di Mosca, Putin sta analizzando le informazioni fornite dal suo inviato speciale Kirill Dmitriev dopo i colloqui con gli Usa a Miami. «Stiamo esaminando quanto Dmitriev ha riportato a Putin», e solo successivamente, «in base alle decisioni assunte dal presidente», Mosca proseguirà il dialogo con Washington: questo, in grande sintesi, il punto di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino.
La narrazione russa sul processo negoziale «lento ma costante»
Il processo negoziale insomma avanza a ritmo «lento ma costante», dice la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata da Interfax. Mosca è pronta a proseguire i lavori «nei termini stabiliti ai massimi livelli ad Anchorage» (al vertice di Ferragosto in Alaska tra Putin e Trump, ndr), ma il progresso nei colloqui con Washington è ostacolato da «tentativi estremamente dannosi e perfino malevoli da parte di un gruppo di Stati – soprattutto dell’Europa occidentale – di boicottare questi sforzi e vanificare tutti i risultati diplomatici. Nel dialogo con l’amministrazione americana invitiamo costantemente i colleghi a contrastare attivamente questo processo distruttivo», sottolinea Zakharova aggiungendo alcool sul fuoco.
Ucraina, il nodo Donbass
Non solo. In realtà, la strada verso la pace sarebbe in salita anche senza le scintille supplementari. Il dialogo Ucraina-Usa non risolve la questione territoriale, il vero nodo delle trattative. Ipotizzare il ritiro della Russia da una porzione del Donetsk, come chiede Zelensky nell’iter per la creazione di una zona smilitarizzata, costringerebbe Putin ad una clamorosa marcia indietro.
Come noto e già anticipato poco sopra, il presidente russo da sempre ribadisce che il Donbass – formato da Donetsk e Luhansk – è l’obiettivo primario. Le truppe di Mosca occupano circa il 75% del Donetsk e, secondo gli analisti, impiegherebbero circa 2 anni per conquistarlo tutto e aggiungerlo al Luhansk, già ritenuto annesso. «Questa è una presa in giro assoluta», la sintesi Aleksei Naumov, analista di affari internazionali con sede a Mosca, a proposito del nuovo piano ucraino. «L’idea è chiara: presentare il piano agli americani come un “compromesso” e poi dare la colpa del suo fallimento alla Russia».
Zelensky: «Concordato un incontro con Trump nel prossimo futuro»
Su tutto, infine, arriva a sugello di negoziazioni e lancio di ami l’annuncio del presidente ucraino di un nuovo incontro a breve con il presidente americano. «Abbiamo concordato un incontro ai massimi livelli con il presidente Trump nel prossimo futuro», ha scritto su X Volodymyr Zelensky citando Rustem Umerov, capo negoziatore dell’Ucraina nei colloqui di pace, che «ha riferito in merito ai suoi ultimi contatti con la parte statunitense. Non perdiamo un singolo giorno», ha aggiunto quindi il leader di Kiev, asserendo in conclusione: «Molto potrà essere deciso prima di Capodanno», suggerendo in calce che, in definitiva, la transizione americana non sarà un periodo di attesa. Ma una fase di pressione massima.