Nessuna tregua a Natale
Ucraina, l’Ue approva la convenzione per la riparazione dai danni. Da Mosca nuovi “dubbi” sulla mediazione europea
Resta molto alta l’attenzione sulla Guerra in Ucraina, soprattutto per l’Ue. Il Parlamento europeo ha appena approvato la richiesta di accelerare il processo legislativo relativo, a seguito di una procedura d’urgenza. Ma non solo, perché l’organo continentale ha anche adottato una parte del Piano Rearm Eu, con 519 voti a favore, 119 contrari e 25 astensioni, che consentirà di destinare maggiori fondi dell’Unione agli investimenti legati alla difesa. Successivamente il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, in un post su X, ha spinto per l’utilizzo dei beni russi, ricordando che “la decisione sul prestito per le riparazioni di questa settimana è al tempo stesso urgente e cruciale”. Gli fa eco è il presidente Volodymyr Zelensky: “Questa guerra, e la responsabilità della Russia, devono diventare un esempio chiaro in modo che altri imparino a non scegliere l’aggressione”.
Cresce anche la preoccupazione per il Cremlino nei Paesi dell’est Europa, tra cui Finlandia, Svezia, Estonia, Lettonia, Polonia, Bulgaria, Romania e Lituania, che in una dichiarazione congiunta hanno sottolineato come la Russia rappresenti “la minaccia più significativa, diretta e a lungo termine per la sicurezza, la pace e la stabilità nell’area euro-atlantica”. Ma il conflitto alle porte del vecchio continente prosegue anche sul versante dell’informazione e infatti Mosca ha designato come “organizzazione indesiderabile” l’emittente tedesca Deutsche Welle, servizio internazionale e multilingua della radiotelevisione pubblica tedesca.
Guerra in Ucraina, Italia in prima linea per la commissione europea di riparazione
La convenzione che istituisce la commissione internazionale per i risarcimenti di guerra in Ucraina è stata da poco firmata a L’Aja da 34 Paesi e dall’Unione europea, tra cui l’Italia. Il sottosegretario di Stato agli Affari Esteri ha preso parte alla riunione in Olanda, su delega del ministro degli Esteri Antonio Tajani. In una nota, la Farnesina ha evidenziato che “el sottolineare l’importanza del principio della responsabilità per le violazioni del diritto internazionale e di garantire risarcimenti a favore delle vittime, da parte dell’Italia è stato auspicato che questo nuovo strumento internazionale possa essere un ulteriore tassello a tutela di una pace giusta e duratura a favore dell’Ucraina”.
Per la commissaria Ue, Ursula Von der Leyen, questo accordo “manda un messaggio cristallino: la guerra di aggressione della Russia non rimarrà senza risposta”. Si tratta, sostanzialmente, “di uno strumento concreto di giustizia per garantire che l’aggressore venga chiamato a rispondere. Perché la responsabilità non è un’opzione, è inevitabile”. Inoltre, “le vittime della brutalità russa hanno il diritto a un risarcimento. E perseguiremo questo obiettivo, in un ulteriore esempio del fermo sostegno dell’Europa all’Ucraina”.
L’uso degli asset russi e l’investimento per la difesa europea: la spinta della Polonia
L’uso degli asset russi congelati “richiede una maggioranza qualificata dei 27 ed è sostenuto dalla maggioranza dei 27. E’ quindi l’unica soluzione sulla quale si può lavorare al Consiglio europeo”. L’hanno rivelato all’Ansa alcune fonti Ue, mentre l’agenzia Radiocor ha citato un altro informatore, secondo cui “il ricorso all’uso completo degli asset russi immobilizzati dalle sanzioni europeo è di fatto la sola opzione sul tavolo, dato che l’altra, cioè un prestito basato sul bilancio Ue, non ha il sostegno sufficiente essendo necessario il voto unanime degli Stati”.
Già in precedenza, il primo ministro polacco Donald Tusk aveva evidenziato che i sistemi di difesa contro i droni sono diventati una priorità, su cui l’Europa investirà massicciamente. Dopo una riunione con i leader del fianco orientale della Nato in Finlandia, in conferenza stampa, il premier di Varsavia ha ribadito che “al momento stiamo lavorando su questo muro anti-droni e stiamo parlando di miliardi di spese”.
L’Onu si preoccupa per le condizioni precarie degli ucraini nei territori occupati
“Nei territori occupati dalla Russia, le nostre conclusioni indicano un inasprimento delle restrizioni alla libertà di movimento, di espressione e di religione”. A dirlo è stato Volker Turk, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, aggiungendo che “le confische di beni da parte delle autorità russe nei territori occupati, in violazione del diritto internazionale umanitario, suscitano crescente preoccupazione”. Al di là di ciò, esiste un altro dato infrastrutturale che suscita preoccupazioni nell’Onu: “”A novembre 2025, più di 38.000 abitazioni erano registrate come potenzialmente abbandonate nelle regioni occupate”, anche se “gli ucraini hanno dichiarato di non essere in grado di verificare lo stato dei loro beni immobili e di conservarne la proprietà a causa di ostacoli procedurali”.
Mosca continua sulla linea scettica, ma c’è chi esprime fiducia
Il Cremlino ha affermato che la partecipazione degli europei ai negoziati in corso sul piano americano per l’Ucraina “non promette nulla di buono”, pur affermando di non essere al corrente dei risultati degli ultimi colloqui a Berlino. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha espresso cautela sul possibile ruolo di una forza militare europea per l’Ucraina, sottolineando che molto dipenderà dal presidente russo Vladimir Putin: “Quando dirà come intende procedere, vedremo in cosa potrebbe consistere nel dettaglio”. Intanto, il primo ministro inglese Keir Starmer ha espresso ottimismo sulla situazione in Ucraina: “Stiamo facendo progressi, anche per quanto riguarda le garanzie di sicurezza. E’ chiaro che il percorso in direzione della pace non è del tutto lineare, ma l’incontro di ieri sera a Berlino è stato produttivo”. Nonostante ciò, resta ancora lontana la speranza di una tregua per Natale dopo il rifiuto della Russia.