CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Burioni sale in cattedra sui social e offende gli studenti che hanno sbagliato le risposte all’esame filtro per l’accesso a Medicina

Sberleffo d'autore

Test Medicina, Burioni sale in cattedra sui social e umilia gli studenti: io l’avrei superato al liceo, vergognatevi

Il virologo, immunologo e divulgatore scientifico irrompe nel dibattito sulle criticità dell'esame filtro per l'accesso a Medicina e finisce per denigrare pubblicamente gli studenti, trasformando la critica al sistema educativo in una supponente umiliazione di una generazione

Cronaca - di Prisca Righetti - 11 Dicembre 2025 alle 17:50

Passi discettare in tv con fare da detentore della verità medica rivelata in tasca, ma infierire così causticamente sui social contro giovani alle prime armi universitarie alle prese con il moloch dell’esame di ammissione a Medicina su cui si favoleggia da sempre, è forse davvero un po’ troppo. Ma tant’è, e così forte del suo sapere e di un’esperienza maturata sul campo e ostentata negli studi tv dell’era Covid, Roberto Burioni, immunologo, virologo e divulgatore scientifico da interminabili ore ormai posta a profusione commenti e rilievi sardonici e caustici su domande e risposte del test che, ancora una volta, per molti si è rivelato una barriera insormontabile. Non tanto per insegnare o correggere sembra, quanto piuttosto per dileggiare e discettare. Ma procediamo con ordine.

Burioni dalla cattedra con furore, tra ironia e sberleffo

Partendo da uno degli ultimi post pubblicati sul suo profilo Facebook in cui il medico e professore universitario, noto al grande pubblico per il suo attivismo a favore della scienza e dei vaccini, continua a sferzare gli aspiranti medici (e prima ancora, aspiranti studenti universitari, alla cui facoltà sembra sempre più difficile accedere)… «Io spero che uno studente che si è presentato a un esame universitario dopo cinque anni di scuola superiore e ha sbagliato a rispondere a una sola di queste domande si sia molto divertito durante quei cinque anni perché – se non appartiene a una famiglia molto benestante che gli garantirà una cospicua rendita di posizione – lo aspettano tempi estremamente difficili nella vita lavorativa»…

«Li avrei superati al quarto anno di liceo»

Una degna seconda puntata arrivata dopo un’esordio con botto che Burioni ha affidato a una dichiarazione che, per la sua lapidarietà e scarsa empatia, ha subito infiammato il dibattito online: «Visti esami di medicina: io li avrei superati al quarto anno di liceo insieme a tutti i miei compagni di classe». E ancora: «Bisogna lamentarsi di meno e studiare MOLTO di più. Se il liceo vi ha illuso (e ha illuso anche i vostri genitori che vi ritengono geni incompresi) promuovendo alla maturità il 99,98% di voi, e dando in alcune regioni al 20% degli studenti il massimo dei voti, è un’ottima occasione per riprendere contatto con la (dura) realtà».

I post al vetriolo di Burioni: alcuni esempi

Poi, non ancora pago, Burioni ci è finanche ritornato su. Ed esplicitando ulteriormente concetto e accuse, ha rilanciato in un ennesimo post: «Ieri ho scritto che uno studente di seconda liceo (quarto anno per noi del Classico di una volta) avrebbe superato gli esami di ammissione a medicina. Devo correggermi: a diverse domande avrebbe saputo rispondere correttamente anche uno studente di seconda media».

Domande e risposte postate a favore del pubblico ludibrio

L’esempio più eclatante è stata la questione sulle equivalenze («sapendo che un metro è uguale a 100 centimetri»), definita da Burioni come materia di «seconda elementare», e che lo ha spinto a dare consigli (non richiesti) ai politici: «Personalmente se fossi il ministro identificherei chi non sa fare un’equivalenza e lo rispedirei in quinta elementare. Spero che chi ha avuto la faccia di presentarsi a un esame universitario senza sapere a quanti millilitri corrispondono 10 decimetri cubi in questo momento si stia vergognando profondamente».

Supponenza mascherata da richiamo alla meritocrazia?

Eppure, a dispetto di quella che nelle intenzioni potrebbe anche essere un lodevole richiamo alla meritocrazia, e al netto del diritto di critica che, se costruttiva, potrebbe rivelarsi un proficuo strumento pedagogico e portare elementi utili al dibattito, l’umiliazione social, per quanto indiretta e indirizzata a ignoti, non può che essere recepita come un atto di arroganza professorale, per non dire di bullismo accademico… Agli utenti, l’ardua sentenza.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Prisca Righetti - 11 Dicembre 2025