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Terremoto a Limes, tre firme pesanti lasciano la rivista diretta da Caracciolo. Contestano la linea

Geopolitica

Terremoto a Limes, tre firme pesanti lasciano la rivista diretta da Caracciolo. Contestano la linea

Cronaca - di Redazione - 15 Dicembre 2025 alle 19:36

Piccolo terremoto a Limes, la rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo. In tre nomi ‘pesanti’ si sfilano dal comitato di redazione. Il primo è Federigo Argentieri, professore di scienze politiche e direttore del Guarini Institute for Public Affairs della John Cabot University. Ha chiesto di essere rimosso dal Cdr di Limes, di cui faceva parte sin dalla fondazione, nel 1993. La richiesta, formalizzata il mese scorso tramite telegramma, è stata inviata insieme a Franz Gustincich e a Giorgio Arfaras, quest’ultimo membro del consiglio scientifico. E pensare che la prima pagina della rivista è rimasta per annoi  sostanzialmente immutata, al punto che vi compaiono ancora nomi di membri scomparsi da tempo come Furio Colombo, Luigi Vittorio Ferraris e Luciano Antonetti.

Argentieri docente di scienze politiche lascia il Cdr di Limes

È lo stesso Argentieri a spiegare all’Adnkronos la decisione. “Siamo in una fase cruciale, probabilmente la più difficile per l’Ucraina dall’inizio della guerra. Non tanto sul piano militare quanto su quello diplomatico e internazionale. Con gli Stati Uniti che si svincolano dalla Nato, che attaccano apertamente l’Unione europea e con un allineamento sempre più evidente tra America e Russia, questo è il momento in cui bisogna fare scelte chiare, senza ambiguità. In questo contesto ho ritenuto che non fosse più ammissibile che il mio nome comparisse nel tamburino di Limes”. Non si tratta di ‘saltare sul carro del vincitore’, mette le mani avanti. “È una scelta di coerenza. Il vero problema è il pregiudizio strutturale che Limes ha nei confronti dell’Ucraina da oltre vent’anni”.

La frattura risale al 2004, anno della Rivoluzione arancione

La frattura spiega risale al 2004, anno della Rivoluzione arancione. In quel periodo, ricorda, esce in Italia “Raccolto di dolore” di Robert Conquest sulla carestia staliniana. “E cosa fa Limes? Pubblica a puntate – poi per fortuna solo una – ‘L’autobus di Stalin’ di Antonio Pennacchi. Un’orrenda apologia cinica del dittatore, mascherata da allegoria grottesca”. Con l’annessione della Crimea e la guerra nel Donbass, Limes avrebbe iniziato a pubblicare “!sistematicamente mappe con la Crimea colorata come Russia, spesso anche il Donbass. “Un’assurdità cartografica prima ancora che politica”, osserva Argentieri. La frattura diventa definitiva nel 2022. Alla vigilia dell’invasione del 24 febbraio, Caracciolo dichiara in televisione che la Russia non avrebbe invaso l’Ucraina. “Una previsione clamorosamente sbagliata”, dice Argentieri, che richiama il tema dell’accountability.

La nube tossica che avvelena il pubblico e influenza la politica

Da qui, secondo il politologo, anche il clima mediatico attuale. “Si è formata una nube tossica che avvelena il pubblico e finisce per influenzare la politica. Limes e Caracciolo hanno una responsabilità maggiore di tanti ciarlatani televisivi proprio perché il loro livello culturale è elevato”. L’uscita di Argentieri non è isolata. Franz Gustincich, giornalista, fotografo e analista geopolitico, storico collaboratore della rivista e profondo conoscitore dell’Europa centro-orientale, ha lasciato il consiglio redazionale. Giorgio Arfaras, economista, membro del comitato scientifico del Centro Einaudi, è uscito invece dal consiglio scientifico. “In conclusione”, dice Argentieri, “non è una rottura simbolica, ma un atto di coerenza. Le responsabilità intellettuali contano. In un momento come questo, non si può restare dentro una cornice che contribuisce a deformare la comprensione della realtà. Per me, semplicemente, non era più ammissibile”.

 

 

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di Redazione - 15 Dicembre 2025