Legge "rivoluzionaria"
“Tatarellum” 30 anni dopo, La Russa: “Serve il confronto di allora, non abbiamo mai capito il no della sinistra alla democrazia diretta”
Legge elettorale e non solo nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani in occasione del convegno “A 30 anni di Tatarellum. Stabilità, governabilità, rappresentatività” promosso dalla Fondazione Tatarella con il patrocinio del Senato. Ospiti d’eccezione, moderati da Francesco Verderami, i senatori Alberto Baldoni e Carlo Calenda, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, e Ignazio La Russa a cui sono affidate le conclusioni. A introdurre l’evento Fabrizio Tatarella che ha sottolineato la portata “rivoluzionaria” della legge, ‘scritta’ da Pinuccio Tatarella, per l’elezione dei consiglio delle regioni a statuto ordinario. “È figlia di uno dei momenti più incerti e convulsi dell’esperienza costituzionale repubblicana”.
“Non è solo il Tatarellum ma anche il modo in cui quella legge fu decisa. Ci fu, e ne sono testimone, un confronto serio anche fuori dai luoghi istituzionali. Da portaborse mi è capitato con Tatarella di partecipare ai colloqui tra l’attuale presidente della Repubblica e Tatarella sulla legge elettorale. Un confronto che ci fu a tutti i livelli”. Così il presidente del Senato che ricorda come, al di là dell’ufficialità, si avvertisse “la necessità di un confronto serio. Poi ognuno poteva rimanere sulle proprie posizioni, con il convincimento che potesse esserci un accrescimento nell’ascolto delle posizioni degli altri. Su questo credo si siano fatti passi indietro e l’auspicio è che si torni a fare passi avanti”.
Tatarellum, La Russa: strategico il modo in cui la legge fu decisa
“Credo che i rimedi suggeriti prima dal presidente Violante – aggiunge La Russa – come il ricorso al Parlamento in seduta comune, ad esempio per il voto di fiducia, o la fiducia costruttiva meritino assolutamente attenzione. Se la fiducia fosse in Parlamento comune, il problema della diversità tra un ramo e l’altro non dico che non ci sarebbe più, ma sarebbe un problema infinitamente minore. Quindi mi sembra una proposta molto interessante. Così come quella della fiducia costruttiva, di cui si è parlato tante volte ma poi si dice anche che non ci riusciremo mai. In ogni caso credo che siano due proposte di cui bisogna assolutamente tenere conto”. “A destra – aggiunge La Russa – non abbiamo mai capito il rifiuto della sinistra della democrazia diretta. Quello che ha dato buoni frutti in Italia è un sistema di democrazia diretta relativo alle Province, alle Regioni, ai Comuni, è una forma con forti connotazioni di democrazia diretta”
Balboni: un modello a cui ispirarsi, che va adattato
Tatarellum è un ”modello a cui ispirarsi” anche per Balboni. “È un modello che certamente va adattato, perché giustamente nelle regioni non ci sono due camere e non c’è un Presidente della Repubblica che conferisce l’incarico di formare il governo. A trent’anni di distanza, il Tatarellum, non solo ha funzionato, ma ha dato ottima prova di sé. Non c’è stata una crisi regionale in questi trent’anni. E per trent’anni le regioni, la sera stessa del giorno in cui si chiudevano le urne, avevano un governatore, una maggioranza che poi, tranne sommovimenti eccezionali, hanno potuto governare per 5 anni, programmando ovviamente il lavoro per 5 anni”.
Obiettivo: chi ha più voti governa e gli elettori decidono governo e premier
L’obiettivo ‘ banalmente’ è quello di avere un sistema elettorale nel quale chi prende più voti governa. E in secondo luogo che gli elettori possano scegliere, insieme al partito e alla coalizione dalla quale si sentono più rappresentati, anche un governo, un presidente del Consiglio, quantomeno una maggioranza. “Ecco ciò che oggi con questa legge elettorale non è scontato”, sottolinea il senatore di FdI. “Non si tratta di cambiare la legge elettorale perché il centrodestra ha paura di perdere. Non è questo il punto. Il punto è che vorremmo evitare la palude. Chi vuol mantenerla questa legge elettorale, invece, auspica la palude. Perché soltanto nella palude può sperare di andare al governo senza rispettare il banale principio che chi governa è colui che prende più voti. La palude è ‘una notte in cui tutte le vacche sono grigie. Io che sono un bipolarista convinto non mi ci riconosco”. Il tempo per aggiustare il tiro non manca. “Abbiamo ancora un anno e mezzo abbondante per lavorarci”.